Nato per Oculus Rift: Bioshock Infinite

E’ stato uno dei giochi più acclamati quest’anno, definito dalla critica un capolavoro, un’opera capace di toccare con intelligenza temi sensibili come il razzismo, l’estremismo religioso e la xenofobia. Amato dal pubblico, che lo ha ripagato con dati di vendita sorprendenti, se si tiene conto della serietà degli argomenti trattati. Stiamo ovviamente parlando di Bioshock Infinite.
Grazie al plugin VorpX ora, come abbiamo spiegato in questo articolo, molti giochi nativamente non concepiti per essere supportati da Oculus Rift, ma che in realtà hanno grosse potenzialità in tal senso, potranno godere del supporto VR. Secondo noi di oculusriftitalia, Bioshock Infinite è sicuramente in cima alla lista di quei giochi “nati per Oculus Rift”.

Sono diverse le caratteristiche che rendono il titolo di TakeTwo un esperienza tutta da provare attraverso la VR, ma andiamo con ordine.

L’ambientazione di questo terzo capitolo della saga di Bioshock è specularmente opposta a quella dei primi due capitoli. Se Rapture era una meravigliosa città sottomarina, Columbia è un maestoso conglomerato di  isole sospese nel cielo, collegate tra loro attraverso veri e propri battelli volanti. Un paesaggio che a colpo d’occhio ibrida il futuristico sogno di una vita nel cielo con un contesto socioculturale molto vicino a quello dell’america prima della Guerra di Secessione.
Estremamente affascinante è quella che TakeTwo ha proposto come alternativa all’utilizzo dei battelli, e cioè una serie di rotaie, qui chiamate SkyRail, su cui agganciarsi e scivolare tramite l’utilizzo di un gancio, che permettono di coprire brevi distanze e raggiungere le isole più vicine. Un  Un’esperienza, già di per se meravigliosa, quella di poter solcare il cielo con i piedi nel vuoto, che grazie ad Oculus Rift si trasformerebbe in “realtà”. Non c’è niente di meglio che volare senza dover corre il rischio di cadere:  tutto il divertimento, senza il rischio di vertigini!

Anche il combat system sembra studiato su misura per la realtà virtuale. Le gite sullo SkyRail infatti non sono solo “di piacere” ma spesso occasione di serratissimi scontri a fuoco in cui il nostro Booker, protagonista in prima persona dell’avventura, deve combattere a suon di colpi di pistola cercando di schivare, per quanto possibile, i colpi nemici. Quanti hanno provato il gioco potranno confermare che questi sono i passaggi più macchinosi di Infinite poiché richiedono una mira infallibile e rapidi cambi di direzione; ma grazie al supporto di Oculus Rift il combattimento sullo SkyRail diventerebbe assolutamente naturale, permettendoci di godere a pieno della geniale trovata di TakeTwo.

Le atmosfere, le luci e i colori sono accuratissimi e studiati nel minimo dettaglio con il solo obiettivo di coinvolgere il giocatore come se fosse lui stesso in prima persona a vivere l’avventura che lo porterà a scoprire la verità su Elizabeth, splendida protagonista femminile. Tutte caratteristiche che possono solo essere acuite dal supporto della realtà virtuale. E’ indimenticabile e incredibilmente emozionante la scena iniziale ambientata in un meravigliosa chiesa illuminata solo dalla luce delle candele e dai colori filtrati dalle vetrate:  viverla, invece che semplicemente vederla su monitor, sarebbe un esperienza che porterebbe Bioshock Infinite su un livello di interattività ed empatia che supera ben oltre quello del semplice videogioco.

In conclusione, il dettaglio della prima persona risulta essere marginale alla luce della gran quantità di aderenze tecniche e concettuali che legano il capolavoro TakeTwo alla realtà virtuale. Noi non possiamo far altro che lasciarvi con questo video di prova.
Fateci sapere cosa ne pensate! Giochereste a Bioshock Infinite con Oculus Rift?

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