Negli anni, il cinema ha sperimentato diverse tecniche registiche e stratagemmi narrativi per dare corpo a quell’astrazione fantasiosa chiamata realtà virtuale, che solo Oculus Rift ha saputo pienamente interpretare e concretizzare. Sebbene abbia spesso prodotto risultati interessanti, il medium cinematografico ha altrettanto spesso fallito nell’impresa, partorendo pellicole di dubbio valore. In questo post, vogliamo ricordare le peggiori.
5) Missione 3D – Game Over (R. Rodriguez, 2003)
Con un cast che vanta attori del calibro di Sylvester Stallone, Antonio Banderas, George Clooney, Steve Buscemi e altri nomi importanti, ci si sarebbe aspettati un prodotto quantomeno godibile. Il film, terzo episodio della comunque rispettabile serie Spy Kids, è stato invece accolto tiepidamente dalla critica, in particolar modo per quanto concerne l’implementazione della tecnologia 3D. Nessun merito neanche dal punto di vista tecnologico per un film che ha avuto l’unico scopo di pagare le bollette dei summenzionati interpreti, e che già solo a partire dal titolo propina tutte le peggiori goffaggini di chi tenta di parlare di videogiochi senza averne la benché minima cognizione di causa.
4) Total Recall – Atto di Forza (L. Wiseman, 2012)
Ricordiamo tutti la prostituta con tetta tripla dell’originale Atto di Forza del 1992, una delle immagini che più ha turbato la sessualità dei ragazzini nati negli anni ’80. O la scena della morte di Cohaagen su Marte, con gli occhi che schizzano fuori dalle orbite. Ebbene, l’anno scorso è uscito un remake di questa classica pellicola. La lista di cose andate storte sarebbe lunghissima, ma basti dire che Colin Farrell ha ereditato il ruolo di protagonista un tempo appartenuto al leggendario Arnold Schwarzenegger. Una scelta assolutamente incomprensibile, per non dire blasfema, che suggella un’operazione il cui senso è l’unico vero mistero proposto dalla trama.
3) Il Tagliaerbe 2: The Cyberspace (F. Mann, 1996)
Il Tagliaerbe (B. Leonard, 1992), che vanta uno status film cult tra gli appassionati di realtà virtuale, ha purtroppo prodotto un seguito, fortunatamente poco noto al vasto pubblico e anche agli appassionati. Giobbe, creduto morto alla fine del primo film, è inspiegabilmente ancora vivo, e viene ritrovato con il corpo sfigurato e mutilato. A salvarlo è la dottoressa Cori Platt, la quale ricostruisce il suo corpo e la sua mente. Giobbe tenterà quindi di conquistare il mondo, di nuovo, sfruttando un supercomputer capace di controllare e gestire l’intera rete telematica mondiale. Pieno di effetti speciali assolutamente impermeabili all’evoluzione tecnologica avvenuta nei quattro anni che separano il film dal predecessore, Il Tagliaerbe 2 è un filmetto inconsistente, idealmente pensato per un pubblico di videogiocatori, all’epoca considerati privi di qualsivoglia senso critico e gusto in fatto di narrazione. Stereotipo duro a morire, purtroppo.
2) Stay Alive (W. B. Bell, 2006)
You die in the game – You die for real. Questa l’esilarante tagline del film, la cui premessa sarebbe risultata ingenua negli anni ’80, figuriamoci a 2000 ormai inoltrati. Il concept poteva persino essere interessante: un videogioco horror nel quale il giocatore viene catapultato letteralmente, e dove il game over nel mondo virtuale vuol dire la morte nella vita reale. Ma l’idea è sviluppata male, con una recitazione da soap opera, situazioni forzate e definitivamente uccisa dai più tipici cliché delle produzioni horror di bassa lega. Il suo crimine più grande? Far nominare Silent Hill 4: The Room (e perché mai non citare l’assai superiore secondo episodio?) in un dialogo, per strizzare l’occhio ai videogiocatori. Peccato che nessuno degli interessati possa cogliere il rimando. Il motivo è semplice: la scena descritta semplicemente non esiste nel gioco.
1) Matrix: Reloaded/Matrix Revolutions (L. Wachowski e A. Wachowski, 2002/2003)
Laddove il primo film della serie, Matrix, è considerato tra i migliori film sulla realtà virtuale, i due seguiti usciti uno addosso all’altro sembra abbiano avuto l’esplicita intenzione di demolirne il mito. Tra i momenti più bassi, la recitazione (?) di Monica Bellucci in Reloaded, talmente ingessata da rasentare il comico. Imbarazzantissimi anche i due fratelli rasta in grigio che inseguono Morpheus, ormai completamente privato di quell’aura zen che l’aveva trasformato in un mentore cinematografico secondo solo al Maestro Yoda. Lievemente migliore (in una scala di valori che va da “orrido” a “tremendo”) il seguito Revolutions, dove assistiamo alla definitiva trasformazione di Neo in Goku di Dragon Ball.
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