Recensione The Bard’s Tale IV: Barrows Deep

The Bard’s Tale IV è l’ultimo capitolo della serie di RPG Dungeon Crawler nata nel 1985 su Apple II. Il titolo è stato sviluppato da Inxille Entertainment a seguito di una campagna Kickstarter, in cui sono stati raccolti più di un milione e mezzo di dollari. Il gioco, uscito poco più di una settimana fa, è stato accolto in maniera piuttosto negativa dagli utenti e da parte della critica. Questo è principalmente dovuto ai numerosi problemi tecnici presenti al lancio, tra cui cali di framerate, crash e la corruzione dei salvataggi. Tuttavia, in pochissimi giorni il team di sviluppo ha risolto la maggior parte di questi difetti, e ora il prodotto è molto più godibile.


Il precedente capitolo risale al 1988, perciò per molti giocatori questo potrebbe essere il primo approccio alla saga. Nonostante il mondo in cui è ambientato The Bard’s Tale IV sia lo stesso dei primi tre titoli, non è necessario averli giocati per poter godere della storia. Inoltre, all’inizio dell’avventura, un breve filmato ci riassume le vicende passate e gli elementi più importanti della narrativa. Il titolo comincia a Skara Brae, una cittadina controllata dai Fatherites, fanatici religiosi che eliminano senza pietà chiunque venga tacciato di eresia. Il nostro personaggio è un membro della gilda dei guerrieri, un’organizzazione che ha salvato più volte la città dalle forze del male. Tuttavia, ora, a causa degli inquisitori, questa è stata accusata ingiustamente di eresia e bandita. Procedendo nell’avventura dovremo scoprire chi sta cercando di dividere gli abitanti di Skara Brae e a che scopo. Tutto sommato la trama è interessante, ma nulla di particolarmente originale o innovativo. All’inizio dell’avventura potremo decidere se giocare nei panni di un personaggio di default o crearne uno nostro. Tuttavia l’editor per la personalizzazione estetica dell’avatar è estremamente limitato: praticamente possiamo solo scegliere uno tra i pochi modelli preimpostati, senza poterne variare alcun particolare. Ma visto che la maggior parte del gioco è in prima persona questo non è poi un problema così grave. Dopo aver scelto la razza del nostro alter ego, dobbiamo selezionare una tra le quattro classi presenti: bardo, guerriero, mago e ladro.

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Per vincere è necessaria una strategia solida e un pizzico di creatività

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Una delle componenti indubbiamente migliori di The Bard’s Tale IV è il combat system. Le battaglie si svolgono a turni su una griglia di 4 caselle per lato, e il posizionamento dei membri della squadra è importantissimo. Ogni abilità, sia nostra che degli avversari, ha effetto su una certa area. Per esempio molti attacchi fisici colpiscono il primo nemico nelle caselle direttamente davanti al personaggio che lo usa. Per questo è consigliabile che i combattenti con più armatura facciano da scudo a quelli più fragili. Inoltre, alcune tecniche particolarmente potenti richiedono uno o più turni per essere caricate e se vanno a segno infliggono danni ingenti. Tuttavia è possibile, anche per i nemici, evitarle spostandosi o infliggendo abbastanza danni mentali per stordire l’avversario. Ad ogni rotazione abbiamo a disposizione dei punti opportunità, che aumentano man mano che procediamo nell’avventura, condivisi tra tutti i membri del party. Usare le abilità, muoversi a una casella vicina o usare gli oggetti richiede il consumo di uno o più di questi punti. Questa meccanica è molto originale e interessante, anche se non troppo intuitiva. Infatti, è un po’ strano che anche in gruppi particolarmente numerosi i nemici possano eseguire massimo 3 o 4 azioni. Tuttavia la possibilità di poter gestire liberamente questa risorsa permette di creare combinazioni uniche e micidiali. Inoltre, anche se i punti opportunità sono piuttosto pochi, sfruttando certe tecniche potremo compiere un numero di azioni molto elevato. Per esempio, quando un personaggio di razza Trow dà il colpo di grazia a un nemico, la squadra guadagna un punto opportunità. Inoltre i maghi e i bardi sfruttano il mana per lanciare incantesimi e cantare canzoni, quindi non riducono la quantità di azioni eseguibili. Per questo è importante bilanciare bene la composizione del party in modo da ottimizzare ogni turno. In ogni caso, visto che il gioco è piuttosto impegnativo, per vincere è necessaria una strategia solida e un pizzico di creatività.

Con le giuste combo è possibile infliggere danni elevatissimi

Essendo un Dungeon Crawler, uno degli elementi fondamentali di The Bard’s Tale IV è proprio l’esplorazione. La struttura stessa dei livelli, molto geometrica e piena di enigmi, rievoca quella dei titoli classici. Come abbiamo accennato prima, la visuale è in prima persona ma, a differenza del passato, ora è ovviamente possibile guardare in tutte le direzioni. Durante la storia il nostro personaggio impara varie canzoni, che ci forniscono diversi bonus e ci permettono di accedere ad aree precedentemente irraggiungibili. Per questo spesso è utile tornare in zone già visitate per ottenere del prezioso bottino o sbloccare nuovi dungeon. La mappa, che è sicuramente uno strumento indispensabile per orientarsi, purtroppo a volte è poco chiara e non permette di capire dove si può passare e dove no. In molti casi per avanzare dobbiamo superare degli ostacoli, come spuntoni e asce che dondolano dal soffitto, e soprattutto puzzle. Questi sono effettivamente una delle componenti più corpose del gioco e talvolta passeremo più tempo a risolvere questi indovinelli piuttosto che a combattere. Nonostante siano generalmente divertenti e vari, avremmo preferito ce ne fossero un po’ di meno. Questo perché a volte per capire come completarli dobbiamo leggere e interpretare vari testi, e ciò rallenta parecchio il gameplay. Inoltre, visto che il gioco purtroppo è disponibile solo in inglese, se non si conosce bene la lingua risolvere certi enigmi potrebbe risultare molto difficile.

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Premia i giocatori a cui piace rischiare e spinge a vivere l’avventura con molta più cautela e attenzione.

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Una delle meccaniche più particolari di The Bard’s Tale IV è legata al sistema di salvataggio che, a differenza della maggior parte degli RPG occidentali, non è disponibile in qualsiasi momento. Infatti quando troviamo un santuario abbiamo due opzioni: usarlo per registrare il nostro progresso o consumarlo per far guadagnare alla squadra punti esperienza bonus. Questo sistema a volte è un po’ confusionario, visto che alcuni checkpoint permettono di salvare una sola volta, mentre altri non hanno limiti e non ci sono particolari differenze estetiche tra i due tipi. Però, tutto sommato, abbiamo gradito questa novità, visto che premia i giocatori a cui piace rischiare e spinge a vivere l’avventura con molta più cautela e attenzione. In questo modo poi se si conosce abbastanza bene il gioco è possibile salvare pochissimo, siccome si è già al corrente dei pericoli da affrontare, e salire di livello molto più in fretta. Non preoccupatevi, non c’è alcun problema ad uscire dal titolo anche senza aver usato un santuario, visto che rientrando nella partita ci troveremo sempre nello stesso punto in cui eravamo rimasti. Infatti il salvataggio serve unicamente a non perdere il progresso in caso di sconfitta. Per evitare di essere sopraffatti dobbiamo sempre cercare di avvicinarci, senza farci notare, il più possibile ai nemici, fino a quando la loro sagoma non si illumina. A seconda del colore che questa emette, possiamo scoprire quanto un certo avversario è forte rispetto al nostro gruppo. Per esempio il giallo indicherà che è più o meno al nostro livello, mentre il rosso che non avremmo praticamente alcuna speranza di vincere, e che quindi sarà maglio girare i tacchi alla svelta.

I sotterranei di Skara Brae

Il sistema di level up di The Bard’s Tale IV è stato gestito in modo intelligente: al termine di uno scontro, tutti i nostri guerrieri, compresi quelli KO e quelli che al momento non sono nel party, guadagnano punti esperienza. In questo modo si evita il fastidioso problema, tipico di molti RPG, per cui i personaggi più deboli tendono a diventare sempre meno utili, invece che migliorare. Inoltre ciò sarà molto comodo visto che è possibile reclutare un gran numero di alleati e cambiare i membri della squadra ogni volta per non far rimanere nessuno indietro sarebbe stato noioso. Ogni volta che sale di livello, un personaggio riceve un punto abilità. Possiamo usare questi punti per sbloccare nuove tecniche, aumentare determinate statistiche o ottenere la possibilità di usare certi tipi di armature. Un difetto un po’ fastidioso del titolo è che non chiede la conferma quando clicchiamo un’abilità, ma l’apprende all’istante. Visto che non è possibile tornare indietro o ridistribuire i punti, ciò può risultare davvero irritante in caso di errore. Anche se effettivamente le skill che si possono apprendere non sono tantissime, ognuna di queste avrà un impatto significativo sul gameplay. Ogni combattente può equipaggiare massimo quattro abilità contemporaneamente. Ciò comporta una minore flessibilità nelle strategie che possiamo sfruttare in battaglia, ma aiuta anche a non rendere gli scontri eccessivamente lunghi. La vera personalizzazione del personaggio avviene però tramite l’equipaggiamento: oltre a bonus alle caratteristiche, ogni arma e pezzo di armatura solitamente ha un effetto extra che può cambiare completamente le carte in tavola. Per esempio alcune calzature permettono di muoversi due volte per turno, oppure riducono il costo in mana delle magie dopo essersi spostati. L’inventario in cui conserviamo tutti i nostri oggetti è piuttosto capiente, ed è basato sulle dimensioni degli oggetti piuttosto che dal peso. Purtroppo, però, visto che non esiste un modo per ordinare in automatico il contenuto, a volte sarà scomodo trovare esattamente ciò che vogliamo.

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La colonna sonora è fantastica e contribuisce a rendere il mondo di The Bard’s Tale IV vivo

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La grafica del titolo è gradevole, ma nulla di eccezionale. In particolare la qualità dei modelli dei personaggi è bassa, e le espressioni facciali sono approssimative. Invece le ambientazioni, per quanto molto classiche, sono ben realizzate e talvolta piuttosto suggestive. La colonna sonora è eccellente e contribuisce a rendere il mondo di The Bard’s Tale IV vivo. Spesso le musiche sono diegetiche: le strade delle città sono piene di personaggi che intonano canti popolari, da cui è possibile apprendere molto sulla storia e cultura del luogo. Visto che l’ambientazione è fortemente ispirata alla Scozia, usare musica celtica è stata indubbiamente una scelta azzeccata. Inoltre praticamente tutti i dialoghi del gioco sono doppiati, anche piuttosto bene. A volte certe voci, soprattutto alcune tra quelle che è possibile assegnare al protagonista, possono sembrare un po’ esagerate e fuori luogo ma, visto che il gioco non si prende molto sul serio, ciò non dà particolarmente fastidio. Come abbiamo accennato all’inizio della recensione, all’uscita il titolo soffriva di molti bug e problemi tecnici. Tuttavia il team è riuscito a intervenire tempestivamente e sistemare la maggior parte dei difetti. L’unica pecca che abbiamo potuto constatare dopo l’ultimo aggiornamento è stato qualche sporadico calo di framerate in determinate aree.

The Bard’s Tale IV: Barrows Deep è un titolo che ripropone molte meccaniche classiche di un genere ormai, tristemente, caduto nel dimenticatoio. Inxille Entertainment è sicuramente riuscita nell’impresa, non semplice, di modernizzare questi elementi senza snaturarli. Per questo il gioco è adatto sia ai nostalgici degli RPG Dungeon Crawler di vecchio stampo che ai nuovi giocatori che si vogliono avvicinare a questa tipologia di prodotto. Grazie a un sistema di combattimento complesso e strategico, e all’esplorazione di enormi sotterranei pieni di trappole, enigmi e tesori, The Bard’s Tale IV riuscirà sicuramente a intrattenervi per molte decine di ore.

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