Dopo la pausa estiva, pochi giorni fa è ripartita la stagione di F1 2018, che vede Lewis Hamilton e Sebastian Vettel in lotta per il titolo mondiale. Fra le novità dell’anno, che possiamo trovare anche nel prodotto sviluppato da Codemasters, c’è l’inserimento dell’Halo, il brutto pilone centrale che infastidisce non poco i piloti. La telecronaca è affidata alla voce di Sky, Carlo Vanzini, che però condivide la cabina di commento con Luca Filippi, e non il solito Marc Gene. Cosa pensiamo di F1 2018? Continuate a leggere la nostra recensione per saperne di più.

Il titolo ha l’obiettivo di riproporre fedelmente il mondo della F1, sia per quel che riguarda il lato sportivo vero e proprio su pista sia ciò che ruota intorno a esso. C’è ovviamente la possibilità di  lottare per il campionato (anche con vetture classiche), di crearsi un weekend di gara personalizzato o semplicemente giocare in multiplayer. Abbiamo quindi una parte competitiva, fatta di rettilinei e curve, ma dobbiamo curare i rapporti con la scuderia: oltre alla sfida fra cordoli e barriere, dobbiamo inoltre pensare alla nostra posizione all’interno del team. La prestazione deve essere migliore rispetto a quella del compagno di squadra, ma, soprattutto, se pensiamo di meritarlo, possiamo rinegoziare il contratto alla luce dei risultati raggiunti. Se invece crediamo di essere pronti al salto, abbiamo la possibilità di proporci ad un’altra scuderia ed entrare in trattativa con loro.

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In pista può accadere ogni imprevisto, che può essere una vettura lenta che cerca di tornare ai box, piloti che si ritirano o safety car.

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Chi segue costantemente la F1, può godere di un weekend completo di tutto: prove, qualifiche e gara, con un AI che ci è apparsa migliore dello scorso anno, e molto più aggressiva. In pista, inoltre, può accadere ogni imprevisto, che può essere una vettura lenta che cerca di tornare ai box, piloti che si ritirano o safety car (purtroppo finora non ci è capitato di incappare nella VSC). Va da sé che scegliendo un grado di realismo alto, ne risentiranno questi eventi. Abbiamo avuto modo di testare il meteo variabile, con un GP iniziato sull’asciutto e terminato con la pista bagnata, anche se la pioggia non era abbastanza violenta da costringerci a cambiare gomme. Avere delle cuffie attaccate al joystick quando si guida è caldamente consigliato: avremo infatti l’audio in-game, in cui si sentono i rumori del motore, e in aggiunta ci sarà anche il collegamento con il nostro ingegnere, che ci aggiornerà sull’andamento della nostra gara e che, giustamente, sentiremo solamente con gli auricolari (o direttamente dal joystick se ne siamo sprovvisti).

La modalità più interessante, ovviamente, è la carriera, che permette di entrare letteralmente in una monoposto per tentare di vincere il titolo utilizzando non un pilota qualsiasi del circus, ma noi stessi. Fin dall’inizio non c’è una limitazione di scelta riguardo la scuderia, ma è ovvio che ognuna ha le proprie caratteristiche: le più rinomate vogliono sempre il massimo, e avremo al nostro fianco un compagno che rischia di farci fare brutte figure, mentre se decidiamo di partire dal basso, possiamo permetterci piazzamenti e qualche buona prestazione per far felici i vertici. Noi abbiamo scelto la Renault, che nel ranking dei costruttori viene messo al quarto posto, dietro Ferrari, Mercedes e Red Bull, in cui classificarsi ottavi è sufficiente a scatenare l’entusiasmo. Tra un weekend e l’altro potremo partecipare ad una serie di eventi legati al mondo della F1: si tratta di sfide da superare che ci regalano punti esperienza, e che possiamo saltare per concentrarci alla lotta al titolo.

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Possiamo decidere come rispondere, e questo influenzerà la sportività e i vari reparti del team.

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Ogni sessione è intervallata da un incontro coi reporter, che a caldo di faranno domande sulla prestazione e sulle aspettative che abbiamo. Possiamo decidere come rispondere, e questo influenzerà la sportività e i vari reparti del team: se diamo merito al telaio della nostra buona performance, i meccanici che se ne sono occupati saranno invogliati a lavorare ancora meglio e ad applicare migliorie a un prezzo più economico, ma fra le varie opzioni c’è anche il “no comment”, da usare quando tutte le altre possibilità non ci convincono. Noi abbiamo scelto di non fare gli arroganti e dividere le gioie con tutta la squadra, ma l’impressione è che dare le colpe agli altri aiuti il pilota a diventare un personaggio più appetibile ad altri team. Graficamente i giornalisti non sono il massimo, ma calcolando che non sono una parte fondamentale di F1 2018, possiamo soprassedere.

I problemi maggiori sono dati dall’interfaccia grafica, che non sempre facilita il compito al giocatore. Fin dalla schermata di caricamento, in cui compaiono i suggerimenti, ci è riuscito complicato leggere, a causa del carattere piccolo. I player più esperti possono ovviamente farne a meno, ma è tutt’altro che semplice tenere d’occhio tutti i parametri una volta che si è dentro la monoposto. I distacchi, nonostante ci vengano spesso comunicati a voce dai box, sono poco leggibili a causa del font e possono causare distrazioni fatali ai giocatori. Altri elementi che non ci hanno convinto troppo sono i post-gara, in cui vengono inquadrati il primo classificato, com’è giusto che sia, per poi passare a piloti piazzati al 6° o all’8° posto. Inoltre, nella modalità carriera ci è capitato di essere arrivati secondi con la Renault e sentirci dire che il pilota di giornata era Ocon, arrivato 14° perché “è stato protagonista di una grande gara”.

Nel complesso, F1 2018 è un gran titolo simulativo che piacerà sicuramente ai fan dello sport. La gara risulta sempre coinvolgente e lascia sempre libertà al pilota, che ha la possibilità di scegliere sia il grado di realismo (danni, difficoltà, regole) che le strategie del weekend, pur sempre entro certi parametri. Non possiamo che esprimerci positivamente, soprattutto perché è adatto al pubblico casual, appassionato corse che si accontenta di sfrecciare sui tracciati in calendario, senza però tralasciare chi può vantare conoscenze tecniche e che sa i vantaggi che possono esserci mettendo mano alla monoposto: è proprio questa la forza di F1 2018.