[Gamescom2018] Provato Skull and Bones

Poco più di un anno fa, all’E3 2017, Ubisoft ha presentato Skull and Bones, una nuova IP con protagoniste le battaglie navali, ma in seguito a quell’annuncio la produzione è scomparsa dai riflettori della scena videoludica. La convention losangelina dello scorso giugno ha però dato un’idea più precisa di cosa potrà essere il titolo una volta rilasciato: noi di VMAG siamo riusciti a provarlo alla Gamescom di quest’anno e, seppur si trattasse di una pre-alpha, in questo articolo vi parleremo di quelle che sono state le nostre impressioni. Prima di dirvi cosa abbiamo testato, vorremmo raccontarvi come Skull and Bones è stato accolto dal pubblico presente: file lunghissime e giocatori letteralmente accampati fuori dallo stand. Non che sia una novità, visto che solitamente per i grandi prodotti è quasi normale attendere per ore, ma questa folla per una nuova IP di cui non si hanno troppe notizie è davvero eccezionale. Ne sarà valsa la pena? Continuate a leggerci per scoprirlo.

I protagonisti sono pirati, probabilmente quelli che realmente popolarono i mari fra il XVI e il XVIII secolo, ma non abbiamo troppi dettagli a riguardo. Il motto sul quale Skull and Bones sembra insistere molto è “piracy is dead, long live piracy” (la pirateria è morta, lunga vita alla pirateria); possiamo dedurre da subito che l’ambientazione richiami il periodo settecentesco: un’epoca che vide l’esistenza di alcuni dei pirati più famosi e, visto che viene menzionato Olivier “La Buse” Levasseur, pensiamo che il titolo possa apparire storicamente accurato, anche se ovviamente è ancora presto per dirlo. Skull and Bones è un gioco di battaglie navali dove non è importante pensare solo alla propria imbarcazione, che si può scegliere e successivamente modificare, ma ha una forte componente social che, purtroppo, non è stato possibile valurare al meglio durante la Gamescom. Nel corso della nostra prova, di circa 20 minuti, non abbiamo potuto approfondire molto questo aspetto, ma ci è capitato di notare dei messaggi di qualche giocatore presente in sala, che ci chiedeva collaborazione, un fantomatico “player07”.

Più distruggiamo le navi, più risorse da poter sfruttare avremo.

Le meccaniche non sono molto diverse da quelle già viste nella saga di Assassin’s Creed: attacchi frontali, speronando i nemici, e laterali, con l’uso dei cannoni, ma anche il sistema di difesa, in cui tutto l’equipaggio si mette al riparo, sembrerebbe essere ripreso dai capitoli della famosa serie di assassini. Leggermente diversa, invece, la maniera di navigare, soggetta a dinamiche molto più realistiche. Innanzitutto bisogna controllare costantemente da che parte tira il vento, perché non abbiamo notato remi spuntare dallo scafo e dunque sembrerebbe essere l’unico modo per spostarsi. Una forma tondeggiante di colore blu, che nella minimappa circonda la nostra imbarcazione, ci fa capire quando potremo trarne vantaggio, quando invece sarà inutile usufruirne, sarà segnata in rosso. Avremo il controllo sulle vele e potremo tenderle  all’occorrenza, facendo attenzione a non tirare troppo. Altro fattore da tenere in considerazione è lo stato del mare, poiché molto variabile, probabilmente influenzato dal vento: potremmo pertanto ritrovarci in una situazione di relativa tranquillità o in mezzo ad una tempesta, con onde alte e con l’acqua che entra nel nostro scafo.

È possibile acquistare armi e personalizzare la propria nave.

Il punto cardine del titolo sono ovviamente le battaglie in mare, durante le quali potremo usare varie armi; una volta, invece, essere riusciti a devastare una nave avversaria, sarà possibile agire in due modi, già visti in Assassin’s Creed 4: il primo è quello di abbordarla e far partire una cutscene di pochi secondi in cui i nostri uomini uccidono i superstiti e razziano tutto quel che c’è sull’imbarcazione (questo dovrebbe essere il metodo migliore visto che ci porta più risorse), il secondo, invece, è infierire sullo scafo semidistrutto e raccogliere gli oggetti rimasti a galla. In questo secondo caso ci si dovrà accontentare di meno materiali, ma risulterà decisamente più veloce, specie quando si sarà impegnati in scontri con altre navi. Tutto ciò che verrà sequestrato dagli avversari potrà essere usato per riparare i danni alla nave, che difficilmente ne uscirà illesa. Dovrebbe essere possibile anche poter attraccare sulle isole nelle vicinanze ma non siamo stati così fortunati da poterci arrivare; in ogni caso, una volta sulla terraferma è possibile scegliere il proprio equipaggio e si può applicare qualche modifica alla propria nave, anche se noi, purtroppo, non abbiamo avuto la fortuna di dare sfogo alla nostra creatività, poiché costretti ad utilizzare le impostazioni di deafult.

La nostra impressione è che Skull and Bones abbia ripreso tutto ciò che caratterizzava Assassin’s Creed 4: Black Flag, ovvero le battaglie navali, fino a diventare una nuova IP basata solamente su questo elemento, con la differenza che si giocherà online. Non è una critica ma un dato di fatto: in realtà può anche essere preso come un complimento, visto che chi ha redatto questo articolo ha apprezzato incredibilmente la possibilità di potersi godere i viaggi in mare in compagnia di Edward Kenway. Come abbiamo scritto sopra, si tratta di un gioco multiplayer e, almeno per ora, l’utenza sembra aver apprezzato parecchio il titolo: abbiamo provato solo per pochi minuti e con poche persone, ma noi di VMAG siamo convinti che, quando verranno aggiunte ulteriori feature e navi, Skull and Bones potrà essere una nuova IP di successo targata Ubisoft, con la speranza che verranno spazzati tutti i paragoni con Assassin’s Creed 4: Black Flag, al punto di diventare un prodotto in grado di reggersi sulle proprie gambe.