[Gamescom2018] Provato One Piece: World Seeker

Nel luglio 1997 per la prima volta Eiichiro Oda pubblicava One Piece, uno dei manga più conosciuti a livello mondiale, con centinaia di milioni di volumi venduti. In questi ventuno anni sono stati rilasciati tantissimi videogiochi con protagonista Cappello di Paglia e tutta la sua ciurma, e, nei prossimi mesi, anche se non è stata ancora annunciata la data precisa, sarà il turno di One Piece: World Seeker, pubblicato da Bandai Namco e sviluppato da Ganbarion, compagnie con una grande esperienza in materia di manga. Nel corso della più importante fiera europea del settore, la Gamescom di Colonia, abbiamo avuto il piacere di giocarlo, provando le meccaniche fondamentali e imbattendoci in alcuni dei nemici storici dell’opera.

Il protagonista del titolo è Monkey D. Rufy (o Luffy, se preferite), un pirata atipico che ha ingerito un frutto del diavolo che gli ha dato la capacità di allungarsi a piacere e, più in generale, di assumere le proprietà della gomma. One Piece: World Seeker, però, dà la possibilità di conoscere tantissimi altri personaggi provenienti dal manga, oltre alla ciurma di Cappello di Paglia. Tra questi abbiamo gli alleati dei corsari, come la famiglia di Sanji, ma anche alcuni dei più temuti uomini del governo, come Lucci, AkainuKizaru e Fujitora, con l’aggiunta di personaggi ambigui del calibro di Crocodile e Aokiji. L’ambientazione open world invece ruota attorno all’HQ volante della Marina, Prison Island, che però è molto più variegato di quanto possa sembrare. La demo purtroppo non è stata molto esaustiva a riguardo e ci è stato mostrato relativamente poco, con una serie di militi da sconfiggere e non molto altro: presenti infatti personaggi e combattimenti, ma non tutti quegli elementi peculiari che dovrebbero contraddistinguere un titolo del genere, come ad esempio le missioni, che ci avrebbero dato un obiettivo ben preciso da raggiungere.

Allungarsi è utile per attaccare e muoverci: aggrappandoci agli alberi possiamo spostarci molto più velocemente.

Parliamo del protagonista, Rufy; chi segue il manga sa che ha la capacità di allungarsi e, di conseguenza, può usare questa abilità sia per muoversi che per attaccare: si tratta di un potere molto utile quando ci sono alberi o nemici al quale agganciarsi. Nel corso della nostra partita abbiamo combattuto contro alcuni soldati semplici della Marina, ma anche con altri di rango superiore, che si differenziavano per equipaggiamenti e armi più potenti o scudi: in ogni caso trattandosi di character deboli è stato facile avere la meglio su di loro. Oltre ai colpi più elementari, sono disponibili anche poteri che Rufy usa nel corso del manga, come l’haki, che nella demo si manifesta in due diversi modi: il primo è la concentrazione, che permette di vedere tutto al rallentatore per qualche istante, mentre il secondo consente di osservare l’area circostante e colorare i nemici, ricordando un po’ il vecchio occhio dell’aquila di Assassin’s Creed. Per usare le abilità di Rufy è necessario colpire gli avversari per caricare una barra, la quale, completata una o due volte, dà la chance di usare mosse speciali: si tratta di una fase un po’ “noiosa”, visto che per avere la possibilità di usare l’Eagle Storm o il Red Hawk bisogna premere fondamentalmente un tasto. Verso la fine della nostra prova, invece, ci siamo imbattuti in Bartholomew Kuma e nel grand’ammiraglio Akainu, avversari decisamente più complicati rispetto ai semplici marines, ma non impossibili da sconfiggere con un po’ di attenzione.

La grande varietà di personaggi farà sicuramente piacere ai fan, e assieme al sistema di combattimento e alla grafica è uno dei pochi elementi che abbiamo potuto toccare con mano. La build era focalizzata solamente su questo e, calcolando che si tratta di un open world, il nostro provato è decisamente incompleto: avremmo preferito meno scontri con la Marina ma aver avuto l’opportunità di interagire con qualche personaggio e aiutarlo in qualcosa. Non ci sentiamo di promuovere One Piece: World Seeker a pieni voti, ma nemmeno di bocciarlo perché, come abbiamo detto, non ci è stata data l’opportunità di provare quelli che saranno gli elementi peculiari del titolo, costringendoci a rinviare di qualche settimana ogni giudizio più approfondito. Le premesse sono veramente buone però, almeno stando all’impatto visivo, alla varietà di character e alla precisione con cui i particolari sono stati ripresi dal manga. Vi ricordiamo che il nuovo videogioco ispirato all’opera di Eiichiro Oda sarà disponibile su PC, PlayStation 4 e Xbox One.

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