In una recente intervista Gabe Newell, il capo di Valve, ha spiegato il perché della scelta di entrare nel mercato hardware con le Steam Machine e il visore per la realtà virtuale HTC Vive.
“Se torniamo ai tempi del primo Half Life, praticamente tutti giocavano a giochi d’azione in prima persona… ma sembrava quasi che le persone fossero irrispettose nei confronti dei giochi, e tutto si riduceva a quante munizioni potessi mettere nel tuo fucile a pompa. Anche noi eravamo giocatori, e abbiamo pensato che certo, era sicuramente divertente, ma pensavamo anche che forse si stavano sprecando delle occasioni per far provare ai giocatori tutta una diversa area di emozioni. Volevamo di più quindi: volevamo una narrativa, storie emozionanti e giocatori che si sentissero davvero parte del mondo di gioco. Queste erano le nostre idee quando abbiamo iniziato lo sviluppo di Half Life”
“Il desiderio di creare qualcosa per i giocatori ci ha spinto anche a creare Steam. Quando abbiamo iniziato a lavorarci, è stata più o meno la stessa cosa. Volevamo dare l’opportunità ai giocatori di avere in questo caso un servizio, e non un’esperienza, che rispondesse alle loro necessità di PC gamer. Quindi, in un certo senso, quello che stiamo facendo adesso entrando nel mercato hardware può essere considerata una naturale estensione della nostra filosofia. Noi prendiamo i “problemi” dei PC gamer e cerchiamo di risolverli come meglio possiamo, e dopo aver creato giochi e servizi siamo arrivati al punto in cui ci siamo sentiti in dovere di intervenire anche sul versante hardware e continuare a far evolvere il settore PC”.
Voi cosa ne pensate? Di sicuro Valve ha dato un enorme contributo all’industria e sia Half Life che Steam sono ormai dei punti di riferimento, ma le Steam Machine ancora non ci hanno convinto del tutto, specialmente visti i loro prezzi… la sensazione che questo sia stato un primo vero passo falso di Valve continua ad essere presente, ma saremmo più che felici di essere smentiti.