Warren Spector: “I videogiochi non sono giocattoli”

Warren Spector è uno dei game designer più famosi dell’industria, conosciuto in particolare per il suo lavoro sulla serie Deus Ex.

In questi giorni si è tenuto il South by Southwest Games Festival ad Austin, Texas, e Spector ne ha approfittato per tenere una conferenza e fare il punto della situazione sul videogioco e sulla stampa specializzata. Il primo punto riguarda proprio l’industria in generale:

“L’industria del videogioco è in continua espansione. Secondo gli ultimi dati, il suo fatturato supera quello di cinema e musica insieme, con oltre 94 miliardi di dollari l’anno in tutto il mondo. Non male per un settore nato da appena 40 anni. Tutto ciò che genera un simile impatto economico merita di essere studiato. Ma allora perché non si riesce a fare una discussione intelligente sui videogiochi? Perché la stampa specializzata non riesce ad elevare questo medium ed avere un livello di critica pari a quella del cinema e della musica? Perché i videogiochi sono rimasti in una sorta di “ghetto culturale”? Ma soprattutto, non è tempo di smettere di pensare ai videogiochi come a dei giocattoli?”

Uno degli ultimi giochi a cui ha lavorato Specto è Disney Epic Mickey, titoli per Wii con protagonista Topolino in una versione abbastanza dark
Uno degli ultimi giochi a cui ha lavorato Spector è Disney Epic Mickey, titoli per Wii con protagonista Topolino in una versione più dark rispetto a quella a cui siamo abituati

“La mia teoria è che parte del problema sia il metodo con cui si misura il successo di un gioco, ovvero se un gioco è divertente o meno. Questa idea per me è superata, e la critica deve avere il compito di far capire che c’è molto altro rispetto al semplice sparare agli alieni o salvare una principessa. Bisogna informare il pubblico della miriade di altre sfumature e spunti di riflessioni che il videogioco può avere”.

“I critici che falliscono nell’inserire un gioco nel suo contesto culturale causano un disservizio al medium. Il fatto che un videogioco sia divertente o meno è l’ultima delle domande che bisognerebbe farsi su un videogioco. Secondo me il vero fulcro è analizzare quali emozioni ed esperienze il gioco è in grado di trasmettere all’utente. Ho abbandonato diversi titoli anche solo dopo 2 o 3 ore perché avevo capito che ormai avevo già appreso tutto ciò che poteva insegnarmi”

“Sono seriamente preoccupato del futuro del videogioco: se non cresciamo, siamo destinati a morire”.