Recensione Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion (Switch)

Dalla serie tv animata principale,alle bizzarre terre selvagge della regione di Ooo, ecco arrivare sulle console di ultima generazione il folle duo di Finn e Jake. Parliamo di Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion, un RPG open world, che ci invita ad assaporare le epiche imprese dei protagonisti. L’incipit di questa nuova nuova odissea narra di un terribile cataclisma che ha inondato il pianeta all’improvviso. I nostri eroi si sentono in dovere di entrare in azione e, pervenuta un’imbarcazione di fortuna, si trovano immischiati in un’avventura unica. Il titolo è l’ultima assurda epopea di quelle raccontate nella prima stagione della serie principale, dove ricordiamo apparire tutti i protagonisti iconici dell’opera. Il progetto vuole rispettare gli appassionati e i fan della saga, regalando loro incontri memorabili, ma con l’occhio verso nuovi obiettivi. Climax Studios ha difatti spinto sul fattore open world, per regalare al giocatore la libertà di esplorare il mondo fiabesco della serie cartoon. Ma saranno riusciti gli sviluppatori a dare profondità all’opera?

Come annunciato nella nostra introduzione, Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion vuole riprendere ciò che è stato narrato nella prima stagione della serie, provando però a raccontare il tutto in maniera insolita. L’avventura permette al giocatore di salpare in mare verso le terre selvagge di Ooo e girovagare sulla terraferma, indagando sull’accaduto. Tuttavia, la sensazione di open world va presto a scemare durante le fasi avanzate della trama, dove il gameplay stritola la libertà del giocatore e lo obbliga a prendere scelte. Sebbene le affascinanti ambientazioni riprodotte talvolta emozionino anche i fan più fedeli, l’opera non riesce ad essere quel RPG eccellente che ci aspettavamo. Da apprezzare comunque la diversità di scenari e di nemici presenti durante il viaggio, quest’ultimo in via d’estinzione negli RPG presenti sul mercato,  L’esperienza di gioco risulta gradevole nella sua interezza e la trama trova il suo giusto spazio, confermandosi una delle fiabe senza tempo targate Adventure Time.

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L’opera non è altro che un’odissea moderna, il viaggio che tutti noi vorremmo fare, in nome del fanciullo dentro di noi.

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Una delle grandi vittorie del titolo è l’impatto visivo, che rende piacevole l’approccio a chi ha sempre seguito la serie principale. La grafica minimalista rispetta gli scenari rappresentativi delle singole terre e regala delle vere e proprie gioie per gli occhi. Ogni isola presenta difatti uno stile unico ed inimitabile, dando molta soddisfazione a livello esplorativo. Il problema arriva quando, attraversata una zona nuova o sbarcati su un’isola, il framerate cala per qualche secondo, rendendo l’esperienza alla lunga frustrante. Confidando nel fatto di vedere ben presto una patch che risolva questo spiacevole errore, visto che l’impatto visivo del gioco rimane indiscutibile. Uno dei punti di forza del titolo è sicuramente la fedeltà con la quale si propone sul mercato, rispettando l’essenza del brand e offrendo un titolo che mischia le nuove tendenze con vecchie gloriose meccaniche.

Le battaglie a turni in quest’opera risultano soddisfacenti, richiedendo più volte di calibrare attentamente le proprie mosse.

Il prodotto affonda la sue radici nel genere RPG e trae linfa vitale da un calibratissimo sistema di livellamento. Guadagnando monete all’interno del gioco in vari modi, potremmo spendere il nostro gruzzolo per accumulare punti abilità. La tipologia di scontri a turni facilità un approccio strategico e la meccanica di distribuzione delle nostre monete per potenziarci avrà un peso vitale sin da subito. Interessante inoltre la simpatica rivisitazione delle abilità, alcune davvero interessanti e ben riuscite, che, se sfruttate con intelligenza, possono ribaltare l’esito di scontri talvolta fuori portata. La forza del titolo è pertanto il suo potere di esorcizzare i dogmi del genere d’appartenenza, sfruttando la base d’ironia che lo contraddistingue. L’opera  non si pone come obiettivo quello di stravolgere il mercato, ma riesce a trovare la sua identità svecchiando meccaniche oltremodo superate.

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L’ironia e l’artistica follia dell’opera rendono il prodotto un’esperienza aperta a tutti: un ponte tra generazioni videoludiche.

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Un’altra delle meccaniche più interessanti introdotte in questo nuovo titolo è una sorta di richiamo al genere delle avventure narrative. Durante il corso del nostro viaggio, avremo l’occasione di partecipare a dialoghi particolarmente rilevanti: queste particolari conversazioni saranno tramutate in buffi interrogatori, che ci permetteranno di estrapolare più informazioni possibili al nostro interlocutore. Jake e Finn in queste scene prenderanno le vesti dei poliziotti buoni o dei cattivi, in base all’approccio che sceglieremo. Valutando bene le informazione che gli eroi ci suggeriranno, sarà nostra premura scegliere il modus operandi adatto, per convincere l’interrogato a divulgare i propri segreti. Un’interessante innovazione che spezza il ritmo esplorativo e ci permette di gustarci alcuni dei dialoghi più divertenti della trama.

Durante gli interrogatori, il dialogo si evolverà in seguito alle nostre decisioni. Scegliere l’approccio emotivo giusto può garantirci informazioni preziose.

L’opera nel suo insieme svolge il suo compitino, ma con dei rimpianti. Adventure Time: I Pirati del Enchiridion prende troppo alla lettera l’essere breve e coinciso come le puntate della serie pilota. Laddove il titolo doveva farsi valere, come il libro mastro di ogni avventuriero, cade sul fattore stupore, pur avendo tutti gli strumenti. Non vi neghiamo, infatti, che fingersi dei pirati e razziare tutti i tesori con la mano gigante di Jake, ingaggiando duelli a bordo della nave, sia entusiasmante. Come lo è altrettanto esplorare le fiabesche lande in sella al nostro fedele Jake a due ruote, ma spesso ci troviamo in zone prettamente vacue o poco approfondite. Ci saremmo aspettati degli spazi gestiti in maniera minuziosa e travolgenti, ma purtroppo il tutto funziona a metà: divertimento assicurato, ma con poca longevità. Questa critica non vuole denigrare il prodotto in sé, che comunque riesce nell’intento di essere semplice ed efficace. La presenza di quest secondarie avrebbe dovuto rendere il tutto variopinto e spingere il giocatore oltre i dettami della trama, ma esse risultano troppo semplici e di scarsa rilevanza.

Tirando le somme, si può affermare senza dubbio Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion è riuscito a farci immergere nella serie principale e ci ha fatto sentire veri e propri eroi oltremare. Tuttavia il genere di appartenenza non brilla di luce propria, ma riflette parte della gloriosa carriera del filone cartoon, senza mai combattere per trovare un’identità. Se cercate un’opera impegnativa avete sbagliato titolo, anche se probabilmente non è mai stato l’obbiettivo degli sviluppatori. La pagella di questo gioco è tuttavia molto limitata, poca libertà per una mappa che promette una vastità di terre ricche di enigmi, ma povere di quest secondarie. Il gameplay troppo semplicistico etichetta questo simpatico RPG come un prodotto che ha le ali, ma non sogna mai di spiccare il volo. Riteniamo sia comunque un gioco piacevole, con un occhio di riguardo per i più piccoli. Se non siete quindi a caccia di un gameplay complesso, ma volete solo lasciarvi trasportare dalla trama ed entrare in una delle folli avventure di Jake e Finn, questo è il titolo per voi!

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