Fatevi una doccia, tirate un calcio a una sedia e fatele fare un backflip, sedetevi, rispondete al telefono e mangiate una fetta di pizza. No, non siamo impazziti, la citazione è per i più navigati giocatori di Devil May Cry. Questo è infatti il modo in cui incrociammo Dante, iconico personaggio della saga, per la prima volta. Da allora, fu amore. Sbruffone ammazza-demoni figlio del demone Sparda, Dante ci ha accompagnato in tutti capitoli dell’action stylish che ha definito un genere e una generazione. Di passi nel mondo dei demoni ne abbiamo fatti insieme, squarciando festosamente miriadi di mostri. Ma il nostro eroe doveva lasciare il passo a qualcun’altro e nel quarto capitolo la storia si è divisa tra lui e Nero, accolito della setta del Culto di Sparda. Durante questo E3, Capcom ci ha riportati all’Inferno, accompagnati da un “nuovo” Nero e sorvegliati da un invecchiato Dante. Ci ha riportato Devil May Cry, capitolo quinto.
Partiamo dal contorno, perché sui protagonisti dobbiamo soffermarci più a lungo. Nero è cambiato, punto. Ha nuovi amici e abbandonato (?) i comprimari del quarto capitolo. Per ora non si sa nulla di Kyrie, amata del giovane ammazza-demoni à -porter presente solo nel precedente episodio numerato. Che ricompaia o meno, nel trailer mostrato la scena femminile era tutta di Nico, sboccata tecnologa che pare accompagnarlo durante le “uscite di lavoro”. Spigliata e ironica fumatrice, è facile leggerla dal punto di vista caratteriale: ci troveremo davanti un personaggio utile negli upgrade e una leggera accompagnatrice durante le missioni. Dall’altra parte, invece, avremo probabilmente la solita pletora di demoni pronti a farci la pelle: dalle semplici comparse fino all’unico enorme boss mostrato, tutti richiamano i tratti tipici degli avversari alla Devil May Cry. Proprio parlando di boss, la speranza è che finalmente la salute sia integrata, attraverso un sistema di danni fisici visibili, con i nemici stessi e si eviti nell’HUD la barra della vita. Nelle poche scene di gameplay mostrate, tuttavia, Capcom pare essere tornata sui suoi passi, facendo ammenda degli errori di percorso e tornando al vecchio stylish game dei primi capitoli.
Passiamo quindi a parlare di chi veramente ci interessa, ovvero i protagonisti. Sì, al plurale perché Hideaki Itsuno ha confermato la presenza, come in DMC4, di personaggi multipli che dovremo guidare. Due sicuri, più un terzo incognito. Nero e Dante tornano quindi a spartirsi il palco, in attesa di carpire maggiori informazioni riguardo il/la terzo/a protagonista.  Nero, come dicevamo, è cambiato. Tagliati i capelli, questo nuovo look lo avvicina molto al Dante del reboot DmC di Ninja Theory, con le dovute distanze. Infatti l’accolito di Sparda è ora più maturo rispetto al quarto episodio, ma sopratutto ha perso il braccio. Esatto, il braccio demoniaco (quello figo blu e rosso, per intenderci) gli è stato strappato da un Mr. X che ha scatenato gli eventi dietro Devil May Cry 5. Al suo posto troviamo un braccio meccanico, probabilmente intercambiabile ed upgradabile, che permette a Nero di fare comunque incetta di demoni tranquillamente. Sicuramente l’arto bionico avrà qualche particolare funzione, già mostrata nel trailer, come il rallentamento del tempo o una specie di “funzione Mjöllnir” che gli permette di fulminare i nemici entro una determinata area. Non ci sorprenderebbe comunque vedergli fare anche da rampino o da aggancio agli avversari, per combinare ancora più attacchi e caricare l’indicatore di stile. Torna in pompa magna anche la Red Queen, personalissima spada di Nero in grado di accendersi tramite manopola-accelleratore. Un tripudio di stile, insomma.
Concentriamoci ora sui dieci secondi di video in cui si vede Dante. Sicuramente bastano per gasare gli animi dei fan, eppure il figlio di Sparda è invecchiato. I peli sul viso bianchi tradiscono gli anni, nonostante il fascino e il ghigno non siano cambiati da quando ha aperto il Devil May Cry. Milioni di demoni morti dopo, Dante si presenta a cavallo di una moto enorme ma nel pieno del suo stile. L’altra speranza personale è quella di un diverso approccio tra i due personaggi: Nero maggiormente incentrato sulle bocche da fuoco e sul braccio meccanico, mentre Dante uccide demoni nel vecchio stile dettato dall’arma bianca. Inarrivabile l’idea di una co-op (Capcom guarda qui!) con cui condividere, online od offline, le avventure dei due. Più probabile, come detto sopra, l’idea di vedere una storia che si srotoli su due/tre canali differenti. Se ben fatta, è manna. Ad oggi ancora nulla si sa riguardo al terzo character giocabile, se non un’iniziale V. Vergil vi dice il cuore? Molto probabilmente no, almeno dall’immagine finale presentata in chiusura di trailer non è lui. A meno che non abbia subito un pesante restyling, previa giustificazione non contestabile. La speranza non muore.
Dire se questo Devil May Cry sarà buono o meno, ad ora, è impossibile. Le promesse di Capcom a riguardo lasciano sperare per il meglio, eppure non ne saremo certi finché non ce lo troveremo davanti pad alla mano. Sicuramente la situazione per la casa giapponese non poteva essere più in bilico: dopo un quarto capitolo buono, il passo falso fatto con DmC non è stato dei meglio accetti. Non piangiamo noi però, pensiamo che la prossima primavera potremo far piangere, di nuovo, il Diavolo. E tanto ci basta.