DmC: Definitive Edition: La recensione di VMAG

Rimasterizzare permane la moda del momento: in assenza di grandi nuove idee, in assenza di game designer illuminati, la strada piรน facile da percorrere risulta essere proprio quella del proporre un titolo giร  noto, un successo giร  acclarato, in una versione rivisitata, modernizzata e propinata allโ€™utente finale in una chiave piรน godibile. Il senso della misura lo si ritrova nel momento in cui il piacere, quel godere che gli sviluppatori e gli distributori puntano a regalare al videogiocatore, va a sposarsi esattamente con il concetto di abbellimento grafico. รˆ successo con le rimasterizzazioni in HD di Kingdom Hearts, Final Fantasy X e Final Fantasy X-2, oltre che di molti altri titoli: cosรฌ succede, oggi, anche con DmC, che a distanza di appena due anni, stabilendo un record di tempestivitร  nellโ€™offrire una nuova versione di se stesso, arriva su console di current gen, PlayStation 4 e XboxOne, per regalarci una versione di Dante piรน vicina alle esigenze delle nostre nuove console.

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Annunciata durante il dicembre scorso, la nuova versione di DmC, che prende il nome di Definitive Edition, oltre a un abbellimento grafico, del quale parleremo piรน avanti, decide di offrire una vasta gamma di proposte videoludiche in piรน. Partiamo dalla possibilitร  di affrontare il Palazzo di Sangue impersonando Vergil: il fratello di Dante, che nella versione per console della old gen era disponibile come personaggio giocabile esclusivamente nel DLC a egli dedicato, permetterร  a tutti di essere condotto nella scalata della modalitร  survival di DmC per 60 livelli: una cifra inferiore a quelli dedicati al minore dei due figli di Sparda, ma che comunque vi permetterร  di assaporare la furia della Yamato. Il Bloody Palace riesce a confermarsi, anche in questa veste, una delle sfide piรน ostiche di sempre in un action, riproposta in una chiave diversa e che acquisisce senso anche per chi ha giร  faticato una volta nel portarla a termine con Dante, che si tratti di questo DmC o dei precedenti Devil May Cry. Inoltre lo stile di combattimento di Vergil รจ indubbiamente apprezzabile, cosรฌ come era possibile fare in Vergilโ€™s Downfall, DLC disponibile direttamente allโ€™interno dellโ€™edizione rinnovata. Nella versione originale, invece, tale contenuto arrivรฒ soltanto dopo due mesi dalla release del titolo, con un mese di ritardo sul Bloody Palace, introdotto gratuitamente sia su Xbox360 che su PlayStation 3: la breve avventura di Vergil, invece, era disponibile gratuitamente per chi aveva effettuato il pre-order, ma a pagamento per tutti gli altri. Ora sarร  possibile vestire i panni blu del fratello di Dante e scoprire cosa accade dopo lโ€™epilogo di DmC, in una campagna che offriva e offre statistiche, trofei e set di equipaggiamento completamente unici.

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Oltre allโ€™aver accorpato questi due DLC, rimpinguando lโ€™offerta del primo di essi, la Definitive Edition aggiunge anche la modalitร  Turbo, che velocizza del 20% la velocitร  del gioco. Selezionabile dal menรน di inizio missione, tale decisione va incontro innanzitutto agli hardcore gamers, che accanto al genere action non possono fare a meno di collegare lโ€™idea di frenesia: poter velocizzare, quindi, sensibilmente le proprie mosse sarร  indubbiamente una grande occasione per testare anche la bontร  del comparto tecnico. Per lโ€™intera nostra prova abbiamo tenuto attivata la modalitร  Turbo senza mai privarcene, per apprezzare tanto la velocitร  del gameplay quanto la resistenza del motore grafico, ma anche per evitare di dover ripercorrere per lโ€™ennesima volta un tragitto oramai ben noto: sia il gameplay che il motore grafico hanno dimostrato di poter sostenere qualsiasi tipo di sforzo e di reggere a ogni problematica, senza alcun calo di framerate e mantenendo sempre i promessi, e dimostrati, 1080p. In aggiunta, oltre alla Turbo Mode, nella Definitive Edition arriva anche un nuovo grado di difficoltร : se in DmC, cosรฌ come nei precedenti Devil May Cry, una delle piรน ostiche modalitร  proposte era la Dante Must Die, stavolta ci troveremo dinanzi alla Gods Must Die (Gli Dei devono morire), con la quale i nostri avversari avranno la possibilitร  di fregiarsi del Devil Trigger, con annesse capacitร  delle quali possiamo godere noi in prima persona vestendo i panni di Dante, e di danni con un boost del 2,5 rispetto al normale. In aggiunta non sarร  abilitato lโ€™utilizzo degli oggetti per curarci o per recuperare dal Game Over. Non meno difficile รจ la Must Style, modalitร  che vi permetterร  di fronteggiare, e colpire, i vostri avversari soltanto nel momento in cui avrete raggiunto la valutazione S nelle combo: per chi รจ avvezzo alle terminologie della saga sa che una S puรฒ essere facile in determinate situazioni, soprattutto nei primi livelli di difficoltร , mentre diventa ben piรน difficile in altre fattispecie, soprattutto quando si va avanti con lโ€™aumento di ostilitร  del prodotto: entrambe perรฒ le aggiunte sono un fortissimo richiamo allโ€™ordine per gli appassionati degli action, perchรฉ dove cโ€™รจ azione devโ€™esserci difficoltร . Il tutto, inoltre, รจ perfettamente accompagnato da delle leaderboard completamente nuove e pensate per gli hardcore gamers.

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DmC: Definitive Edition mette a disposizione, sin dallโ€™inizio della vostra avventura, diversi costumi da poter indossare. Tra questi anche quello di Devil May Cry 1, cosรฌ come il Dante originale, con la chioma albina e il trench bordeaux: sono esclusivamente dei palliativi estetici, che nulla vanno a variare la sostanza del prodotto. Anzi, cโ€™รจ da sottolineare che per quanto il costume cambi non potrete mai realmente trovarvi dinanzi al Dante originale, perchรฉ il viso, la voce, i movimenti rimarranno quelli del nostro nuovo protagonista, figlio del reboot del 2013. Esteticamente, pertanto, permane un vezzo che puรฒ placare la sete di tradizione dei piรน, ma nientโ€™altro. Quello che invece realmente fa storcere il naso nellโ€™aspetto tecnico รจ lโ€™incapacitร  di risoluzione che risiede nel lip sync: avendo potuto constatarlo esclusivamente nella versione italiana e non in quella inglese, o persino quella giapponese, sottolineiamo che il doppiaggio nella nostra lingua, per quanto impegnato, รจ totalmente fuori sincrono. In diverse cut scenes si accentua maggiormente tale difficoltร , soprattutto quando lโ€™audio precede, anche di molto, i movimenti degli NPC, o dello stesso Dante, dando vita a un vero e proprio voice over. Un aspetto assolutamente inconcepibile, inficiato ulteriormente anche dalla mancanza di bilanciamento dellโ€™audio, che sovente cala di volume costringendovi a uno sforzo eccessivo per ascoltare e comprendere i dialoghi.

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Terminati gli aspetti lacunosi e decisamente negativi per lโ€™aspetto tecnico, arriviamo a quelli positivi. La Definitive Edition doveva rispondere a un principale obiettivo da perseguire, ovvero offrire un prodotto rivisitato dal punto di vista della grafica: missione compiuta. La risoluzione offerta, chiaramente in Full HD, ci permette di apprezzare i tanto agognati e ricercati 1080p, che esaltano lโ€™intero pattern di colori e di sfumature di DmC, che nel contrasto tra realtร  e limbo ci permette di infilarci in un tripudio di cromature fluide e soprattutto figlie dei 60fps. Il passaggio quindi dai 30 fotogrammi al secondo ai 60 รจ avvenuto e riesce a essere costante, soprattutto nelle situazioni piรน concitate e piรน intense, oltre che frenetiche: qui, dโ€™altronde, come specificato anche pocโ€™anzi, รจ la modalitร  Turbo che va a vestire i panni del giudice, aumentando del 20% la velocitร  del prodotto e di conseguenza chiamando lโ€™assetto grafico a uno sforzo maggiorato in percentuale. Il tutto รจ poggiato su una versione rivisitata dellโ€™Unreal Engine 3 di Epic Games, che Ninja Theory, sviluppatore del titolo originale e della Definitive Edition, ha sfruttato per offrire lโ€™impronta onirica, ma contemporanea, allo scenario di DmC.

DmC: Definitive Edition รจ unโ€™esperimento che รจ riuscito a convincerci, ma a metร : lโ€™aver migliorato e portato allโ€™aspetto contemporaneo lโ€™assetto tecnico รจ un pregio da non sottovalutare, cosรฌ come lโ€™aver inserito e arricchito lโ€™offerta del gameplay puรฒ dare ancora una soddisfazione agli appassionati. Va da sรฉ, perรฒ, che per chi ha voluto cimentarsi in molti dei livelli di difficoltร  della prima versione di DmC, compiere ancora una volta le medesime azioni e ripercorrere le stesse strade puรฒ essere un aspetto decisamente poco piacevole, soprattutto se lo si fa per la quinta o sesta volta. รˆ indubbio, comunque, che tale rischio รจ noto per chi decide di addentrarsi nellโ€™acquisto e nella nuova avventura, pertanto gli appassionati avranno ben poco di cui lamentarsi. Per tutti i neofiti, per coloro che alla prima versione di DmC non avevano giocato, รจ arrivato il momento di arridere alla sorte e alle leggi del mercato, perchรฉ Capcom ha pronta per questi una versione 2.0 che nulla pretende. Solo di essere acquistata, giocata e apprezzata, perchรฉ DmC permane uno degli action migliori offerti dal panorama videoludico negli ultimi anni. Battuto, probabilmente, solo da Bayonetta 2.

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