Eroe e mercante. Mercante ed eroe. Due ruoli così diversi all’interno di una storia eppure così legati. Di solito l’uno aiuta l’altro nella sua impresa, in un caso attraverso la vendita di articoli di vario genere, come pozioni o armature, nell’altro in virtù del ritrovamento di oggetti rari e sconosciuti da consegnare. È infatti comune collocare, nelle classiche trame inerenti a grandi imprese o viaggi verso l’ignoto, e nei videogiochi di questo genere in particolare, la figura del mercante il quale, inserito solitamente in contesti cittadini o borghesi, dà al protagonista ciò di cui ha bisogno. Tuttavia, a questo tipo di personaggio è riservato abitualmente un ruolo secondario, di semplice accompagnamento all’avventura dell’eroe che, di solito, lo considera per quegli sporadici attimi di ristoro all’interno di villaggi. Cosa accade, però, se il mercante diventa l’eroe stesso? È questo quello che Moonlighter vuole raccontare, in un mix di generi che sembra ben funzionare. Ma andiamone a parlare più nel dettaglio.
In Moonlighter impersoniamo Will, un giovane mercante che ha sempre avuto la passione per l’avventura. Il suo sogno, infatti, è quello di diventare un eroe, protagonista di grandi imprese e misteriose scoperte. Will vive a Rynoka, un piccolo villaggio commerciale dove ha il suo negozio, il Moonlighter del titolo. Esso è stato costruito vicino a degli scavi archeologici, grazie ai quali sono stati ritrovati portali nascosti diretti verso altre dimensioni. Il nostro protagonista, incuriosito da essi e seguendo il suo istinto eroico, non può far altro che indagare per scoprire i più profondi misteri che questi labirinti celano. Will, andando contro anche alle preoccupazioni di altri abitanti, decide, quindi, di inseguire il suo sogno, senza ovviamente dimenticarsi del negozio di famiglia. Il Moonlighter infatti svolge un ruolo fondamentale all’interno del titolo, che andremo a vedere più avanti.
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Esplorazione, raccolta di oggetti, vendita, potenziamento. Tutto il gioco gira intorno a queste meccaniche, e lo fa bene.
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Il gioco è essenzialmente diviso in due parti: una che riguarda l’esplorazione dei dungeon e il ritrovamento di oggetti e artefatti, e un’altra in cui vendiamo ciò che abbiamo ottenuto. I soldi che ricaviamo sono utili per comprare armi più potenti, potenziare armature e altro. Esplorazione, raccolta di oggetti, vendita, potenziamento. Tutto il gioco gira intorno a queste meccaniche, e lo fa bene. Il gameplay funziona, garantendo sessioni di gioco avvincenti ma anche caratterizzate da una difficoltà da non sottovalutare. Già a Normal, infatti, il titolo sa essere parecchio impegnativo e, se non sapremo potenziarci a dovere, sarà facile andare incontro alla sconfitta. Moonlighter, però, non è mai frustrante. Le meccaniche di gioco sono così ben incastrate tra loro che, prima o poi, si riuscirà facilmente a sconfiggere il boss e a completare di conseguenza il livello, portando a casa anche una buona dose di soddisfazione. I dungeon sono caratterizzati da piani generati proceduralmente, in pieno stile roguelike. Ogni volta che entriamo in uno di essi, ci apparirà diverso per disposizione di stanze e nemici. I quattro dungeon del gioco sono contraddistinti da un’ambientazione unica e da oggetti e nemici specifici. La varietà di quest’ultimi risulta essere abbastanza soddisfacente, non tanto invece quella delle stanze in sé, le quali sono sì differenti ma a volte forse troppo simili tra loro.
Ciò non si può dire, ovviamente, dello stile artistico che li rappresenta, che risulta sempre originale, nonché ricco di piacevolissimi dettagli. In generale, il gioco è artisticamente sublime. La pixel art utilizzata è una gioia per gli occhi, e le animazioni risultano di grande qualità. Le foglie degli alberi e i ciuffi dei capelli che si muovono al vento, le tende dei negozi e i vestiti appesi che svolazzano, sono solo alcuni dei dettagli apprezzabili all’interno del titolo. Purtroppo, a volte la bellezza grafica è rovinata saltuariamente da glitch o errori tecnici anche gravi. È capitato più di una volta che l’ambientazione di gioco si oscurasse quasi del tutto, anche in momenti del gioco piuttosto concitati. Ciò è accompagnato poi da oggetti di scena che scompaiono per alcuni attimi, come alberi o edifici. Certo, niente che non possa essere migliorato con apposite patch, ma è necessario segnalarlo anche per la rilevanza che questi errori hanno avuto su alcune fasi di gameplay. Da evidenziare, inoltre, le hitbox non sempre precisissime (è successo spesso di vedere incastrate frecce scagliate dal nostro arco in muri invisibili) e sporadici cali di framerate.Il Moonlighter rappresenta invece l’altra faccia del gioco, direttamente collegata all’esplorazione dei dungeon. Durante il giorno, nel negozio di Will potremo vendere qualsiasi cosa abbiamo nell’inventario. I prezzi, naturalmente, li decidiamo noi. Osservando le reazioni dei nostri clienti decideremo poi se alzare o abbassare il prezzo, calcolando anche il livello di popolarità del prodotto. Le fasi di vendita sono tanto semplici quanto appaganti, con una soddisfazione crescente tanto più si avanza nell’avventura. Questa è una regola che vale, in realtà, per ogni elemento del gioco. Più si va avanti, più saremo in grado di ottenere oggetti rari e venderli a prezzi molto alti, arrivando a guadagnare in una singola giornata veramente molti soldi. Allo stesso modo, i dungeon hanno una loro evoluzione in difficoltà, pericolosità di attacchi nemici e numero di stanze in ogni livello, garantendo così un appagamento sempre maggiore.
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Ogni arma ha i suoi specifici potenziamenti e permette un approccio tutto suo all’interno dei dungeon.
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Come detto in precedenza, i soldi accumulati saranno spendibili per acquistare o potenziare armi e armature, nonché comprare pozioni o oggetti da arredamento per il proprio negozio, i quali aiutano la fase di vendita in certi aspetti. Anche le armi sono molto varie: troviamo spada e scudo, spadone o arco ad esempio, fondamentale per gli attacchi a distanza. Ogni arma ha suoi specifici potenziamenti e permette un approccio tutto suo all’interno dei dungeon. La lancia, ad esempio, è utile perché permette attacchi non troppo ravvicinati e quindi più sicuri. Lo spadone, dal canto suo, benché sia lento nell’attaccare, è dotato di maggior potenza. Le armi che scegliamo di portare con noi nelle profondità dei labirinti decideranno, quindi, il nostro stile di combattimento. Importante è poi la schivata, che ci permette anche di eludere le offensive nemiche. Un buon tempismo di schivata e un’arma adatta al nostro stile di combattimento sono le chiavi per superare i pericoli nascosti all’interno di ogni labirinto. Anche dal lato sonoro Moonlighter non delude affatto. I suoni delle armi sono ben realizzati, semplici ma efficaci, così come quelli dei colpi inferti ai nemici. Dentro i dungeon, le musiche di accompagnamento sono veramente belle e sempre adatte al contesto. Esse si evolvono anche all’interno del dungeon stesso, diventando più potenti quanto più si va in profondità. Ciò contribuisce a dare quel senso epico all’avventura del nostro eroe, e ci fa capire che siamo vicini allo scontro finale. Da segnalare, poi, chicche come la musica mutevole nella città di Rynoka, la quale varia in base a quale mercante ci troviamo vicino, acquisendo diverse sfaccettature.
Non si può infine non parlare dell’originale organizzazione dell’inventario. Durante i nostri vagabondaggi nei labirinti troveremo molti oggetti, sicuramente più di quanti siamo in grado di portarne nel nostro zaino. La sua limitatezza ha come conseguenza l’organizzazione logica di esso, e ciò porta il giocatore a ragionare su cosa portare e cosa no, cosa vendere a basso prezzo, tramite un apposito oggetto che ci verrà consegnato, e cosa tenere. L’originalità non sta però tanto in questo, quanto negli effetti che hanno alcuni artefatti. È frequente, infatti, trovare oggetti afflitti da una sorta di maledizione e altri con, invece, una cura ad essa. Ciò complica ancor di più l’organizzazione dell’inventario, rendendolo a tutti gli effetti uno degli elementi più interessanti all’interno del gioco.
Moonlighter è quindi un mix di generi riuscito e con meccaniche di gioco coerenti tra loro e che funzionano. Tutto è ben incastrato e garantisce un’esperienza di gioco coinvolgente ed appagante, nonché divertente. È un titolo piacevole sia da giocare che da guardare, grazie ad una grafica in pixel art animata splendidamente. Peccato per qualche problema tecnico che però non influisce troppo sulla qualità generale del titolo, che resta comunque buona. Consigliato sicuramente ad ogni appassionato di RPG e roguelike.
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