Se i videogame un giorno prendessero la strada suggerita dai giochi di David Cage, sarebbe la fine dei giochi. In tutti i sensi.
Perchรฉ i Cage Games non sono un videogioco. Sono tutto fuorchรฉ innovativi, dato che un paio di trovate cinematografiche non rendono improvvisamente un’esperienza rivoluzionaria o incredibile, tipo inclinare lo stick a destra e poi fare una mezza luna per radersi i peli del pube.
Perchรฉ nei Cage Games non hai mai la sensazione di avere il controllo sulla vicenda: la scelta principale riguarda quasi sempre il quando far morire i personaggi cercando di vincere i QTE, sempre per il discorso che, essenzialmente, videogioco = sfida. Peccato che qui enigmistica, investigazione e manualitร non esistono.
Perchรฉ nei Cage Games non c’รจ genio registico: รจ la sagra di tutti i luoghi comuni che possono trovarsi in un serial televisivo qualunque, in onda in seconda serata su Rete 4 tipo Boston Legal o CSI Vattelapesca: c’รจ il rapimento misterioso, il serial killer dal nome inquietante, l’ispettore tonto e la scena di nudo (argh). Shenmue ha dimostrato che ricreare un universo narrativo credibile e ludico allo stesso tempo รจ possibile. David Cage no.
Perlomeno, i Cage Games sono esteticamente impeccabili, proprio come un film: sono evolutivi del genere delle avventure testuali perchรฉ sono realizzati davvero molto bene, con livelli di fotorealismo inauditi. Su questo non si discute.
Peccato manchi tutto il resto. Mancano di coinvolgimento pratico, di sfida: perchรฉ la sfida รจ ciรฒ che giustifica il lavoro di game designer, level designer e compagnia bella. Insomma, quello che da senso alla pratica del videogiocare.
Perchรฉ i giochi di David Cage sono un fraintendimento del medium videogioco. Perchรฉ, semplicemente, non sono un videogioco.
Sono il male.
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Perchรฉ nei Cage Games non c’รจ genio registico: รจ la sagra di tutti i luoghi comuni che possono trovarsi in un serial televisivo qualunque.
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