Scorrendo tra i video di YouTube รจ possibile incappare, se non ci รจ giร successo, in un teaser molto particolare. Un anziano, barba bianca e cuffia anonima calcata in testa, cammina tra le vie di una cittร distrutta, entra in una macchina e inizia a disquisire con un morto. Piรน precisamente, uno zombie. Terminato il monologo, l’anziano carica il fucile e spara dritto in fronte all’interlocutore muto che mentre parlava ha tentato di ucciderlo, bloccato solo da una cintura di sicurezza allacciata. L’anziano, fantasioso frutto della mente dello studio Overkill, รจ il terzo personaggio giocabile (e finora svelato) del 4-player co-op Overkill’s The Walking Dead. Grant, questo il suo nome, entra in scena nella maniera che piรน rappresenta il brand The Walking Dead nel mondo dei videogiochi: parla con un morto.
Quanto scritto sopra, naturalmente, รจ provocante (ma vero). Nonostante il nostro universo brulichi di zombie, tinteggiati da ogni titolo e in ogni forma (Deadrising, Left4Dead, The Last of Us o i piรน fantasiosi non-morti di Sunset Overdrive), pochi provengono dalla galassia Kirkman. Di questi superstiti, The Walking Dead: A Telltale Game Series รจ forse l’unico davvero degno di nota, lasciando indietro anni luce titoli come The Walking Dead: Survival Instinct. Tralasciando le differenze tecnico-narrative di questi due ultimi (che hanno segnato la fortuna del primo grazie ad un sistema di gioco giร collaudato altrove), l’immaginario post-apocalittico di Robert Kirkman non ha mai oggettivamente attecchito nel Videogioco. Un sistema complesso, ricco di sfumature, intrighi e al contempo tanto โmorbidoโ da lasciare spazio a qualsiasi medium per creare un personale The Walking Dead, nei videogame non funziona. Potremmo stare ore a discutere e scrivere dei molti aspetti che hanno segnato questa IP, eppure uno in particolare suscita la mia curiositร : digitando The Walking Dead su Google, il primo risultato che appare รจ la serie TV prodotta da AMC, non il fumetto che ne ha dato la vita. L’immaginario collettivo medio, quindi, lega la provenienza del marchio TWD alla serie di Darabont, non alla penna di Kirkman.
Questo strano processo, che potremmo chiamare โspostamento involontario dell’IPโ, ha fatto sรฌ che tutta la struttura, sia economica che narrativa, pendesse dalla parte televisiva della proprietร , lasciando a controbilanciare dalla parte del comics solo pochi appassionati. Senza perderci in un discorso troppo lungo e articolato per poter essere affrontato in poche righe, anche il videogame ha risentito di questo vento, producendo opere come il giร citato The Walking Dead: Survival Instinct che non rendono giustizia al sistema di riferimento. Telltale Games, โdifferenteโ invitato alla festa dei videogame, aveva giร introdotto il nuovo ospite, facendo entrare gli zombie di Robert (quelli veri, del fumetto ndr) mascherati da un velo di emozioni, facendo sรฌ che non apparissero come tali, ma solo un’altra โfantastica opera interattivaโ targata Telltale. Un ottimo ospite, col quale dialogare veniva naturale a tutti, e da cui tutti prendevano spunto. Con l’arrivo del gioco targato Terminal Reality (Survival Instinct), perรฒ, la magia si รจ subito interrotta. Portare (male) le serie TV nei videogiochi ha riaperto quella dolorosa ferita, mai realmente chiusa, creata dal rapporto film-gaming, che ad ogni nuovo lancio di porting dal grande schermo fa rabbuiare diversi player. Mentre gli ospiti non-morti non sono piรน graditi e Telltale annoia gli invitati con lo spin-off dedicato a Michonne, i videogiochi ringraziano: โteniamo gli zombie, del resto nullaโ. La conseguente e naturale saturazione del Videogioco rispetto alla fantasia zombie ha poi completato l’opera, bocciando tutto dell’universo Kirkman e lasciando il brand a guardare dalla finestra.
Ora, Overkill Studios si รจ svegliato. Ripresosi dalla distrazione dovuta ai colpi in banca, non sempre a buon fine, di Payday, si รจ accorto che gli zombie mancano. In realtร no, gli zombie ci sono (Days Gone e The Last of Us 2?), manca solo The Walking Dead. Eppure, per farlo rientrare alla festa serve un altro escamotage, uno di quelli che vengono bene in casa Warner Bros. Un colpo alla Shadow of Mordor, per interdirci. Il paragone potrebbe far storcere il naso ai puristi di entrambi i generi, eppure รจ l’analogia migliore che il nostro passatempo preferito ha da offrire. Prendere l’IP, mascherarla da 4-player co-op e arricchire da un lato il proprio lavoro di una struttura di riferimento spessa, dall’altro l’universo stesso di un ulteriore riflesso transmediale. Intanto, gli zombie di Kirkman rientrano dalla porta della cucina. Ora, che questo sistema funzioni o meno nessuno puรฒ saperlo, eppure la storia insegna che spesso ha dato i suoi frutti: Batman di Rocksteady e lo stesso Shadow of Mordor docent. Riportare in auge un universo che in auge non lo รจ mai stato non รจ un grosso problema, basta semplicemente sapere da dove iniziare e come prenderlo. Questa (unica?) soluzione pare la piรน logica: reinventare il brand e adattarlo al solo mondo dei videogiochi. Slegare un’opera di tale calibro dai canoni, siano essi fumettistici o televisivi, รจ rischioso, ma per riportare Kirkman nei videogiochi pare l’unica strada. Ci riusciranno?