Il viaggio nel tempo è uno degli escamotage più utilizzati per giustificare la presenza nella stessa opera di elementi completamente diversi tra loro come dinosauri, robot e zombi (perché naturalmente deve esistere una qualche linea temporale con un’epidemia di non morti), spesso con il preciso scopo di creare un qualcosa di talmente assurdo da essere affascinante. Se ci fate caso, la maggior parte dei B-movie inizia proprio così, e ci si ritrova in un vortice di “WTF” continuo in cui, all’inizio, ci si chiede il perché si debbano unire dinosauri, nazisti, squali e compagnia bella, ma dopo qualche minuto ogni briciola di raziocinio viene brutalmente spazzata via, e ci si lascia trasportare in un turbine di nonsense trash che, seppur siamo benissimo consapevoli che non ha il minimo senso, riesce comunque a piacerci. Proprio questa è la sensazione che ho avuto giocando a Time Carnage, sparatutto sviluppato da Wales Interactive appositamente per la realtà virtuale di PlayStation VR, Oculus Rift e HTC Vive.
Prima di iniziare a parlare del gioco, specifico che la versione testata è quella Oculus Rift e che sono richiesti i controller Oculus Touch, così come la versione PlayStation VR richiede l’utilizzo dei PS Move.
Parlare di trama in Time Carnage è del tutto inutile. Il paragone iniziale con i B-movie non è stato casuale, poiché la premessa narrativa del gioco è talmente assurda che tanto valeva non metterla: semplicemente grazie ad una macchina del tempo ci possiamo spostare in diverse epoche e massacrare ondate di nemici. Fine. Perché ci si sposta? Perché ci attaccano? Perché dobbiamo compiere delle carneficine? Boh. Le uniche informazioni che ci vengono date sono una breve descrizione dell’epoca che stiamo per visitare, ma oltre a quello non ci viene fornito nessun dettaglio sulla motivazione della nostra missione, per cui dopo qualche minuto ho smesso di farmi troppe domande e mi sono concentrato sull’unica cosa che il gioco richiede: sparare.
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Con le nostre mani virtuali non dovremo far altro che prendere le armi, mirare e sparare a qualsiasi cosa si avvicini troppo.Â
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Time Carnage non richiede infatti movimenti, salti o acrobazie, ma saremo sempre al sicuro e immobili dentro il nostro scudo a bolla, mentre orde sempre più numerose di nemici cercheranno ovviamente di penetrare le nostre difese per ucciderci. All’inizio di ogni missione dovremo scegliere quattro armi da portare con noi: queste saranno sempre a disposizione davanti ai nostri occhi e, con le nostre mani virtuali, non dovremo far altro che prenderle, mirare e sparare a qualsiasi cosa si avvicini troppo. Per ricaricare le munizioni basterà lasciare l’arma impugnata e questa tornerà automaticamente sul suo piedistallo ricaricandosi, e considerato che ogni arma ha tempi di ricarica più o meno lunghi, dovremo sempre tenerne conto per evitare, ad esempio, di prendere un fucile utilizzato da poco ma ancora scarico. All’inizio del gioco avremo solo due armi da scegliere (una pistola e una mitraglietta), ma ad ogni missione completata verremo ricompensati con una nuova, fino ad un totale di 25 bocche da fuoco tra cui scegliere. Anche se è possibile portare quattro armi identiche, il mio consiglio è quello di variare il più possibile il proprio arsenale poiché, oltre al già citato discorso dei tempi di ricarica, anche i nemici richiedono strategie leggermente diverse.
Nel gioco potremo visitare quattro ere, tra cui un macabro futuro in cui, dopo una guerra nucleare, la popolazione si è mutata in mostri simili a zombi, la preistoria con i suoi dinosauri, e un futuro più lontano governato dai robot. Ci troveremo, quindi, ad affrontare avversari piccoli e veloci come i cani zombi, contro cui è consigliata un’alta cadenza di fuoco, equipaggiando, ad esempio, le mitragliette leggere, oppure nemici enormi e lenti come i T-Rex, che richiedono più potenza, garantita da fucili a pompa o mitragliatori pesanti. Ogni epoca è divisa in quattro aree, ognuna con 10 ondate a cui dovremo sopravvivere. L’unica variante, oltre alle armi, è la presenza di barili esplosivi e Paradossi Temporali, ovvero delle sfere blu che, se colpite, rallentano il tempo per qualche secondo, così da avere un attimo di respiro ed eliminare gruppi di nemici troppo vicini. Una volta conclusa la “””storia””” (le triple virgolette sono volute), ci si può dedicare alla modalità Arcade, dove rigiocare i vari scenari arricchiti da alcune sfide per sbloccare dei perk che aggiungono alcuni modificatori all’esperienza di gioco.
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Time Carnage tuttavia nella sua semplicità riesce comunque a conquistare.Â
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Dal punto di vista tecnico Time Carnage non è esattamente il massimo, e sia i modelli dei nemici che gli scenari appaiono fin troppo anonimi e poveri di dettagli, anche se nel complesso svolgono il loro compito senza infamia e senza lode. La componente sonora da una parte svolge egregiamente il suo ruolo grazie all’audio 3D che permette di sentire chiaramente da che direzione stanno arrivando i nemici, ma dall’altra l’effetto degli spari non convince pienamente, e in alcuni casi sembra quasi di sparare con delle armi giocattolo rovinando l’esperienza, specialmente con quelle fornite all’inizio (il primo impatto ammetto che è stato terribile). Time Carnage, tuttavia, nella sua semplicità riesce comunque a conquistare, e trattandosi di un titolo in cui si è sostanzialmente immobili, non c’è nessun rischio di motion sickness, per cui può essere un ottimo titolo da far provare a chi non è avvezzo alla realtà virtuale e potrebbe aver problemi con giochi troppo movimentati.
In conclusione Time Carnage si è rivelato uno sparatutto estremamente basilare nelle meccaniche, ma che proprio grazie alla sua immediatezza permette a chiunque di indossare il visore e gettarsi nell’azione improvvisandosi un pistolero modello. In fondo, chi non vorrebbe prendere a fucilate un’orda di zombi e subito dopo un tirannosauro? Se cercate quindi un gioco veloce e rapido da far provare ai vostri amici e parenti, Time Carnage potrebbe essere la soluzione adatta, ma se cercate una buona profondità di gameplay e azione, sul mercato sono già presenti titoli ben più completi.