La serializzazione nei videogiochi: un rischio calcolato?

Lo straordinario fenomeno dei format seriali che ha rivoluzionato il nostro modo di concepire non solo la televisione ma anche gli stessi criteri della narrazione ha cominciato da qualche tempo a mettere radici anche in campo videoludico, segnando picchi di gradimento analoghi. Il successo dei titoli targati Telltale Games ha non a caso spinto molte altre major ad adottare il medesimo approccio produttivo e c’è da scommettere che, nel consueto tentativo di cavalcare per tempo l’onda dell’ultimo trend, molti altri publisher opteranno per la medesima strategia.

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Resident Evil: Revelations 2 è solo l’ultimo titolo scompattato dai suoi publisher per favorirne la distribuzione episodica. Secondo affidabili stime di mercato, si ritiene che questo format registrerà un incremento sensibile nel corso dei prossimi mesi, fino ad occupare una larga fetta del mercato produttivo.

Assieme agli indiscutibili benefici legati all’utilizzo di questo particolare modello di business cominciano tuttavia a sopraggiungere anche gli effetti collaterali i quali, come ampiamente previsto, convergono in quella che resta la più grande falla del format in questione, ovvero il rischio che il mancato riscontro di mercato possa determinare la prematura chiusura di un progetto, lasciando tutti gli acquirenti della prima ora con un palmo di naso. Il caso del secondo episodio di Life is Strange rimandato a data da destinarsi deve in tal senso suonare per tutti come un grande, grandissimo campanello d’allarme perché profeta di uno scenario videolduico ancor più instabile, in cui molte delle IP pubblicate in forma episodica potrebbero rimanere tronche, così come accaduto d’altronde sul piccolo schermo per franchise quali Flashforward, Visitors, Camelot, Revolution, Terranova e mille altri ancora.

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La notizia che il secondo episodio di Life is Stange sia stato rimandato a data da destinarsi solleva lo spettro di un problema che gli appassionati di serie tv hanno già affrontato a loro spese. Siamo in tal senso sicuri di voler correre il rischio del serial-interruptus anche nei videogame?

Con tutte le problematiche venute a galla dall’avvento dei sistemi di attuale generazione e alla luce della preoccupante deriva commerciale favorita dal boom delle microtransazioni, credo che l’industria dei videogame non possa francamente permettersi di correre anche quest’ulteriore rischio. Nel caso in cui i timori di cui sopra dovessero concretizzarsi, la sua credibilità scivolerebbe difatti oltre quei minimi storici già toccati nel corso dell’ultima annata, con conseguenze stavolta davvero nefaste. Passino i DLC ad libitum, le remastered, patch, glitch e tutto il resto a seguito, ma investire danaro nell’acquisto di giochi che potrebbero restare per sempre incompiuti proprio no!

Per saperne di più sulle sorti di Life is Strange: Episode 2 leggi questo articolo.

Attivamente Impegnato nel settore editoriale dal 2003, ha scritto per le più note riviste videoludiche italiane, concentrandosi spesso nell'area Retrogaming. Dopo aver pubblicato il saggio Storia delle Avventure Grafiche: l’Eredità Sierra, svolge ruolo di docente presso l’Università degli Studi Link Campus di Roma in collaborazione con la Vigamus Academy rivestendo, in parallelo, la carica di Vice Direttore del mensile multipiattaforma V.