Recensione Surviving Mars

Marte ha da sempre affascinato l’uomo. Il suo colore rossastro, tale da abbinarlo al fuoco, e il suo essere così vicino e simile alla Terra hanno spinto molte persone a vederlo come un pianeta particolare, quasi fratello al proprio. La fantascienza, da fine ‘800, ha creato un universo di racconti in cui i terrestri comunicano con i marziani, ci fanno le guerre o provano a insediarsi in quel puntino nel cielo notturno che da sempre si riesce a vedere anche ad occhio nudo. Proprio la colonizzazione è la base su cui gli sviluppatori di Haemimont Games partono con il loro Surviving Mars. Pubblicato da Paradox Interactive, il gioco esce oggi su PC (Windows, Mac, Linux), PlayStation 4 e Xbox One. Vediamo quanto siamo riusciti a sopravvivere alle intemperie del pianeta rosso, testando questo gestionale sulla console Sony.

Della storia in sé e per sé non viene raccontato tantissimo, non ci viene fatto capire precisamente per quale motivo l’uomo abbia deciso di andare su Marte. Un messaggio ad inizio gioco vi dirà semplicemente che bisognerà trovare un punto d’atterraggio per dar vita alla prima colonia marziana, e rendere vivibile il posto per i coraggiosi pionieri, i Founders. E questo vi basterà, perché da subito il giocatore verrà a sapere che serviranno acqua, ossigeno e energia elettrica per realizzare l’ardua impresa, che potrà essere relativamente semplice o decisamente ardua a seconda del livello di difficoltà che deciderete di settare. Ad inizio partita, infatti, potrete scegliere uno sponsor iniziale che vi garantisce un certo quantitativo di denaro e risorse con cui partire.

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 Surviving Mars è un gestionale, e come tale ha tante voci da gestire, che a primo impatto possono risultare piuttosto ardue da tenere a bada.

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Ma cominciamo dal principio. Surviving Mars è un gestionale, e come tale ha tante voci da gestire, che a primo impatto possono risultare piuttosto ardue da tenere a bada. Il tutorial vi verrà incontro, provando a darvi una mano, anche se non sarà del tutto immediato e probabilmente, durante la prima partita potreste avere dei problemi: l’assenza dell’italiano non vi aiuterà in tal senso. Nulla di drammatico, sia chiaro, ma sicuramente uno scoglio in più per chi non mastica l’inglese. Dicevamo del livello di difficoltà: dopo aver scelto nuova partita, il gioco vi fa settare una serie di caratteristiche. Sarà lo sponsor, in primis, ad influire. Partire sotto l’ala protettrice della International Mars Mission e i suoi 30,000 milioni di dollari sarà ben diverso che con i 4,000 della Church of the New Art. Anche il profilo del comandante andrà a garantirvi determinate risorse in-game: se sceglierete l’hydro engineer, ad esempio, le cupole consumeranno il 25% in meno d’acqua. Persino la scelta del punto d’atterraggio cambierà la difficoltà di gioco: polvere, meteore e il gelo del pianeta rosso remeranno contro durante la vostra colonizzazione. Per la prima partita è consigliabile scegliere una modalità facile.

Gli RC Transport sono fondamentali per spostare risorse da una parte all’altra.

Una volta atterrati su Marte, che succede? A seconda delle impostazioni scelte avrete un approccio diverso, ma in linea di massima ci saranno tre mezzi che vi garantiranno la sopravvivenza: l’RC Rover, l’RC Transport e l’RC Explorer, coadiuvati dai preziosissimi e fedelissimi droni automatici, che andranno a costruire materialmente gli edifici. Il Rover funziona da controllo remoto e da trasporto per i robottini sopracitati, il Transport funge da cargo per le risorse e l’Explorer può analizzare le anomalie del pianeta, qualora venissero trovate. Partendo da una miniera di calcestruzzo, dovrete iniziare a costruire le basi industriali per garantire la sopravvivenze delle domes, le cupole in cui andranno a vivere i coloni. I tre veicoli citati precedentemente devono essere selezionati dal giocatore per spostamenti e quant’altro. Per cui, ad esempio, qualora i droni non riuscissero a trovare nelle vicinanze del metallo per costruire un pannello solare, non la costruiranno, e sarete voi, selezionando il Transport, a dover portare i materiali nel loro raggio d’azione. Purtroppo qui dobbiamo sottolineare un problema relativo ai comandi. Si vede che il titolo, come ogni gestionale, è indicato per essere giocato con mouse su PC, e il pad risulta, specie all’inizio, veramente troppo macchinoso e complesso: impartire ordini ai tre mezzi potrebbe farvi innervosire più di una volta.

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Quando riuscirete a prendere il pieno controllo della situazione, il gioco vi darà delle grandi soddisfazioni.

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Inizialmente dovrete costruire una serie di edifici che serviranno a creare un’ambiente ideale per le domes. Dopo che avrete garantito acqua, ossigeno ed energia elettrica alla vostra prima cupola, potrete rilanciare sulla terra lo shuttle con cui siete arrivati e farlo tornare con i colonizzatori, i primi uomini su Marte. Sarà possibile scegliere età, sesso e professione di quelli che saranno i nuovi abitanti del pianeta. Il loro arrivo, lo diciamo, potrebbe emozionarvi. Da qui inizierà una parte gestionale che non si occuperà più solo del sostentamento degli edifici, ma anche di quello della popolazione stessa: dovrete infatti garantirgli lavoro, cibo, buona salute ed evitare i decessi. Continuerete quindi a sviluppare nuove tecnologie per migliorare determinate caratteristiche (e ce ne sono veramente tantissime), costruire ulteriori cupole, aumentare la popolazione e creare una colonia enorme che copra più terreno possibile. Quando riuscirete a prendere il pieno controllo della situazione, riuscendo a capire veramente quello che state facendo, il gioco vi darà delle grandi soddisfazioni, con un vero senso di appagamento.

Una bella cupola in cui far crescere la nostra colonia su Marte.

A livello grafico, il gioco si comporta molto bene su PlayStation 4, e si vede che è stato fatto un ottimo lavoro nel dettaglio dei materiali, degli edifici e di tutti gli oggetti che passano su schermo: sicuramente andrete spesso a zoomare per vedere come lavorano i vostri fedeli droni, mentre innalzano delle turbine a vento o delle miniere di metalli rari. La modalità foto, poi, è un’ottima aggiunta per fare qualche bello scatto giocando su luci, inquadrature e filtri. Per quanto riguarda il comparto audio, invece, la scelta musicale si adatta molto bene al contesto, fa da ottimo sottofondo e non è mai invadente. Il tema principale durante la schermata iniziale colpisce molto.

In conclusione, Surviving Mars è un ottimo gestionale, un titolo consigliato per gli amanti del genere. Profondo, particolare, pieno di dettagli e di statistiche, con una solida base scientifica basata sulle più recenti teorie di colonizzazione di pianeti. Riuscire a prendere in mano la situazione risulta appagante, e vedere i primi omini mettere piede su Marte è emozionante. Purtroppo, i controlli con il pad nella nostra prova su PlayStation 4 non sono risultati essere il massimo, ma non possono comunque togliere troppo ad un titolo che, con un po’ di allenamento, merita di essere giocato.