Recensione Dead Maze

Morti viventi per le strade, una comunità di sopravvissuti immuni al virus e un mondo da ricostruire: sono queste le premesse di Dead Maze, MMO, free to play di Atelier 801. Contraddistinto da una grafica cartoonesca in 2D e da meccaniche di crafting e combattimento decisamente intriganti, è un titolo dalle grandi ambizioni ma dai marcati limiti tecnici, dovuti alle scene d’azione in una visuale isometrica bidimensionale. Il prodotto ci introduce nel suo filone narrativo tramite un tutorial che ci porta al fatidico giorno in cui uno tsunami ha colpito le coste del Paese, portando con sé una piaga per l’umanità intera: un virus che tramuta chi viene morso in un redivivo spinto solo dalla sua insaziabile fame. Solo pochi fortunati riescono a sopravvivere in questo mondo ormai distrutto, fondando sedi per la loro comunità e ricostruendo una parvenza di civiltà: noi siamo uno di questi.

Dead Maze mostra grandi potenzialità, non del tutto sfruttate. Ha degli interessanti elementi survival, grazie a dei parametri di fame, sete e fatica volti a indicare la quantità di azioni che possiamo compiere prima di doverci nutrire o accamparci a un falò. Quest’ultimo risulta essere una tappa fondamentale per qualunque avventuriero. Si aggiunge una non banale componente di crafting, indicata sopratutto per la realizzazione di armi, medicine e risorse varie. Essendo un MMO, massimizza la sua esperienza di gioco se condivisa con un amico, ma non preclude alcun progresso ai lupi solitari. Il sistema di combattimento, al quanto basilare, è arricchito da un gran numero di statistiche che possono essere influenzate dall’utilizzo di determinati oggetti volti a fornirci dei buff. Ma attenzione, perché i numeri da soli non bastano ad affrontare qualunque avversario, i non morti non sono tutti uguali: alcuni di questi, decisamente più resistenti, o dotati di capacità uniche quali la tossicità e l’elettricità, possono rivelarsi delle ardue sfide.

[su_quote]

Le mappe risultano ben costruite, cariche di pericoli e di dettagli, che rendono l’atmosfera del gioco relativamente avvincente.

[/su_quote]
Le armi in Dead Maze, hanno una durata tale che, una volta esaurita, consumerà il nostro oggetto fino a eliminarlo dal nostro inventario. A tal proposito il giocatore è spesso costretto ad occupare diversi slot dello zaino per trasportare armamenti di riserva. Le mappe sono ben costruite, cariche di pericoli e di dettagli, che rendono l’atmosfera relativamente avvincente. L’interazione dell’utente con gli oggetti che lo circondano avviene tramite un menù a tendina, nel quale siamo liberi di visualizzare, ed eventualmente, raccogliere gli item attorno a noi o in esso contenuti. Le ambientazioni risultano ben strutturate e ampie, chiaramente indicate per l’esplorazione, e capaci di sostenere un carico di persone notevole, senza necessariamente porci in conflitto con loro nella ricerca di punti exp. Gli altri player, del resto, non vanno visti come antagonisti nella nostra esperienza di gioco, grazie ad un sistema di loot asincrono, ognuno ottiene la sua ricompensa dal nemico che affronta. Per quanto possa sembrare una meccanica quasi banale, quest’ultima influisce enormemente sull’inclinazione degli utenti ad aiutare e collaborare tra loro senza temere dei conflitti di interesse: ci guadagnano tutti.

Ogni oggetto può rivelarsi un’ottima arma per la nostra sopravvivenza.

Lo spostamento a carattere globale avviene tramite una mappa raffigurante le varie mete da noi raggiungibili. Quest’ultime aumentano tanto più progrediamo nella storia principale, e ci forniscono luoghi per combattere i non morti e salire di livello, o per interagire con i superstiti e commerciare. Per raggiungerla basta utilizzare una qualsiasi bicicletta nel nostro scenario di gioco. Una delle zone raggiungibili corrisponde al nostro rifugio: una baita di montagna nella quale possiamo inserire oggetti d’arredamento con relative utilità, quali il crafting e il deposito delle nostre risorse.

[su_quote]

Il rifugio ci fornisce dei rudimenti di gestione e costruzione che, se disponibili in scala maggiore, renderebbero il prodotto molto più avvincente.

[/su_quote]
Dead Maze, oltre alle sue numerose qualità, ha qualche carenza a livello tecnico: risulta difatti essere un’ottima esperienza multigiocatore a discapito dell’intrattenimento in singolo che, sul lungo periodo, si mostra ridondante e limitativo, dinanzi anche ai limiti statistici del single player. La percezione che se ne trae, al di là degli elementi survival e di crafting, è che il titolo sia a tutti gli effetti un theme park nel quale possiamo interagire con determinati oggetti, senza voler ambire a una maggiore libertà. Il rifugio ci fornisce dei rudimenti di gestione e costruzione che, se disponibili in scala maggiore, renderebbero il prodotto molto più avvincente. Dead Maze pecca difatti di elementi sandbox tali da influire su tutta l’esperienza di gioco, optando per un grinding di risorse e punti exp per poter procedere, senza effettivamente fornire al player un punto di arrivo a cui puntare, oltre al potenziamento generale delle proprie statistiche.

Per concludere: Dead Maze è un’opera ai suoi albori, dalle ottime prospettive e dagli ambiziosi obiettivi che mostra delle incompletezze, più che carenze, a livello di gioco: ciò non scredita tutto quello che è già presente nel titolo, ma manifesta tale consapevolezza non appena se ne comprendono le limitazioni. Provarlo con un amico, o ancor meglio con un gruppo, è decisamente avvincente mentre progredire in solitaria non è impossibile ma arduo e alle lunghe stancante. Le meccaniche di combattimento non sono complesse e possono deludere coloro che sono particolarmente interessati a questo aspetto, sebbene siano a loro favore le abilità speciali utilizzabili come in un MOBA, che dopo un cooldown, ci permettono di potenziarci o curarci, a seconda delle nostre necessità. Pertanto, se siete pronti ad armarvi di tutto punto e a scendere in strada con i vostri amici a combattere orde di non morti, questo è il gioco che fa per voi.

V MENSILE
V007 Mensile