Recensione The Station

The Station è un titolo in prima persona che combina fantascienza e mistero, finanziato su Kickstarter, riuscendo a raggiungere i 15 mila dollari. Sviluppato da veterani dell’industria, che hanno lavorato a prodotti tripla A del calibro di Crash Bandicoot, Destiny, Prototype, League of Legends, Deus Ex e Bioshock Infinite, le aspettative sono alte e ci sono grandissime chance che si tratti un’opera di qualità decisamente elevata. Non finisce qui, perché oltre al videogioco in sé, c’è anche l’opportunità di informarsi ulteriormente su personaggi, ambientazioni e tecnologie su ExploreAxiom, una sorta di database ricco di dettagli che vanno ben oltre l’opera videoludica. Sarà riuscito a sorprenderci? Continuate a leggere la nostra recensione per scoprirlo.

Il gioco si svolge in una stazione spaziale, nella quale siamo stati inviati per trovare i tre membri dell’equipaggio, che da qualche giorno hanno interrotto le comunicazioni. Una volta a bordo, dobbiamo scoprire che fine hanno fatto Mila Lexa (capitano), Silas Haze (ricercatore) e Aiden Vyze (ingegnere), utilizzando robot, accendendo/spegnendo luci e risolvendo dei piccoli puzzle, come trovare una combinazione o calibrare delle fonti d’energia. Durante l’esplorazione sarà possibile capire cos’è accaduto, grazie a file audio sparsi in giro, appunti ed email. Sfortunatamente non è stato localizzato in italiano, dunque, in certi casi, può essere un po’ difficile seguire le vicende: un mio errore nel tradurre una frase, seppur di distrazione, mi ha rallentato parecchio.

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Se non diamo peso alla parte esplorativa, possiamo anche risparmiarci l’ingresso in alcune stanze.

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In The Station è possibile spostare quasi tutte le cianfrusaglie presenti nelle varie stanze, anche se gli oggetti veramente utili sono ben pochi. Ricorda molto Prey da questo punto di vista, solo che lì era possibile combinare tutto ciò che veniva raccolto per creare altri oggetti. Non c’è un vero e proprio menù in-game, ma appare sotto forma di pannello in realtà aumentata, con una schermata che comprende inventario e mappa. Anche l’ambientazione spaziale ricorda molto il titolo sviluppato da Arkane Studios, seppur in spazi molto più ristretti. Se non diamo peso alla parte esplorativa, possiamo anche risparmiarci l’ingresso in alcune stanze e andare al sodo, dandoci l’impressione che il livello sia ancora più piccolo.

Uno dei momenti più emozionati del titolo, quando pensavo ad un colpo di scena che avrebbe stravolto l’intero videogame.

Purtroppo quello che sicuramente delude è la longevità. Saltando la parte esplorativa, parliamo di 14 minuti e 22 secondi cronometrati, includendo 2 minuti e mezzo di intro e circa 3 e mezzo di finale, credits: il tempo di gioco effettivo dunque è 8-9 minuti. Dopo averlo finito la prima volta, in un paio d’ore, ero incredulo e speravo di aver in qualche modo bypassato involontariamente qualcosa, anche perché rimangono alcune questioni in sospeso, come persone (o alieni?) in tuta d’astronauta che ogni tanto appaiono. Le brutte sorprese non finiscono qui, perché ci sono anche altre cose che non tornano, come un inventario di vari slot che però può essere riempito solo da pochi oggetti o una serie di utensili che sembrano poter essere interessanti e invece non servono a nulla. Il trofeo guadagnato dopo aver concluso il titolo, purtroppo, è la conferma che non c’è altro, se non trovare tutti i file audio e le combinazioni degli armadietti dell’equipaggio.

Il giudizio non può essere certamente positivo, a causa dei motivi elencati nel paragrafo precedente. Senza quelle problematiche sarebbe stato un titolo interessante, visto che la trama attrae l’utente. Sinceramente penso che sia un peccato, perché mi aspettavo molti più colpi di scena e altri obiettivi da raggiungere. La speranza è che venga aggiunto altro in futuro, perché il prodotto è decisamente intrigante anche se, ad oggi, con quello che abbiamo potuto vedere, non arriva alla sufficienza.

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