Recensione Railway Empire

Era il 2006 quando i fan del gestionale a tema ferroviario videro la propria passione deragliare con Sid Meierโ€™s Railroads!, ultimo episodio della serie e forse anche dell’intero genere. Per salvare la categoria, serviva qualcuno che sullo strategy avesse fondato il proprio brand ed eccoci al 2018: Kalypso Media pubblica il suo Railway Empire e il meme ”I like trains” diventa realtร . Seguendo l’epopea ferroviera americana dal 1830 fino a cento anni dopo, il gioco si concentra sulla gestione di una propria compagnia di trasporti su binari in cinque differenti periodi storici: contro avversari agguerriti e perseguitati dalla sfortuna, dovremmo riuscire ad arrivare dove nessun’altra locomotiva รจ mai giunta prima. Con piรน di 40 locomotrici, 30 e piรน vagoni e 300 (300!) tecnologie differenti, i fan del genere riusciranno a trovare il degno erede del leggendario Railroad Tycoon 3. A dare man forte alla campagna, la modalitร  sand-box e quella libera permettono rispettivamente di affrontare uno scenario con variabili casuali o uno completamente personalizzato. Ripercorrere l’avventura dei pionieri americani rimane comunque il perno centrale dell’opera: il titolo permette di sentirsi davvero un imprenditore pronto ad esplorare l’ignoto binario dopo binario, fino a conquistare gli Stati Uniti da costa a costa. L’attenzione ai dettagli gestionali รจ incredibile, fino ad arrivare a prevedere la mafia e i suoi racket, la possibilitร  di poter vendere o comprare azioni percentuali delle aziende in gioco, arrivando perfino al fabbisogno di beni di prima necessitร  delle cittร  in-game basato sulle stagioni e sulla geografia del territorio.

Alla grande fruibilitร  e al divertimento che Kalypso ci ha insegnato con i suoi Tropico, purtroppo il titolo ci mette di fronte anche a varie imperfezioni. Potremmo cominciare parlando del publisher stesso: il gioco non รจ sicuramente un titolo di punta dell’azienda come gli scorsi Dungeons, Patrician o lo stesso Tropico, o almeno non regala la stessa sensazione. La mancanza della mod-modality, punto di forza dei gestionali ferroviari di Sid Meyer, non consente la vitale longevitร  di cui questo genere di titoli ha bisogno e che spinge a giocare ancora oggi quei capolavori. L’assenza di annunci ufficiale di qualsivoglia DLC non fa che aumentare i dubbi in proposito, mentre all’orizzonte si intravede lo spettro di Shadow Tactics: Blades of the Shogun, altro titolo con un’attenzione post-release inesistente.

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Le imprecisioni storiche infastidiscono non poco chi รจ in cerca della simulazione perfetta, o quasi.

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Imprecisi anche i dettagli storici, dove potremmo trovare in mappe del 1860 cittร  fondate alla fine del 900: una fra tutte Miles City, famosa proprio per essere stata creata dopo la battaglia di Little Bighorn del 76 (se gli sviluppatori non si ascoltano De Andrรฉ rimane colpa loro). Intendiamoci: il gioco non perde di bellezza o giocabilitร  per un comune mortale, ma il discorso cambia per il fan del gestionale e della perfetta simulazione, a cui il titolo dovrebbe essere rivolto. Gli sviluppatori, i Gaming Minds Studios, sono saliti alla ribalta proprio per l’attenzione maniacale ai dettagli in titoli storiografici come Grand Ages: Medieval, lasciando quindi l’amaro in bocca ai giocatori piรน hard-core del simulativo. Family-friendly anche l’approccio grafico dell’opera, molto cartoonesco, forse proprio per aprirsi ai neofiti del genere: da questo punto di vista, c’รจ perรฒ da dire che il sotto menรน dei suggerimenti e gli ottimi tutorial riescono a rendere fruibile il gioco per chiunque, senza comunque risultare troppo invasivi.

La gestione delle tratte, lo studio per connettere cittร  e cittร  risparmiando anche un solo dollaro, vi porteranno via ore e ore di gioco.

Fiore all’occhiello e ultimo appunto, il sistema criminale che vede nell’avversario Don Lorenzo la massima rappresentazione รจ eccezionale: la possibilitร  di barare senza nessun problema rende la sfida, ironicamente, piรน reale e coinvolgente, facendoci combattere per ogni punto percentuale quotato in borsa. Fa storcere il naso forse la forma piรน palese di questa feature al limite del bug: i binari degli avversari, e solo i loro, potranno ospitare due treni contemporaneamente, che andranno perfino ad attraversarsi a vicenda, portando il doppio dei guadagni ai nostri rivali. Esposto piรน volte nel forum ufficiale di Steam, gli sviluppatori non lo considerano un bug, ma una modalitร  di gioco voluta: ed รจ forse questa la conferma della mentalitร  dietro al titolo, forma mentis inconciliabile con i fan del simulativo vecchia scuola.

Dopo tutti questi discorsi, resta comunque il fatto che ci troviamo tra le mani il degno erede di uno dei generi piรน sottovalutato nel mondo dei videogiochi, vero capitolo must have per i piรน appassionati della saga, che si ritrovano tra le mani un titolo inedito dopo piรน di dieci anni di silenzio. Nonostante i tanti dettagli negativi, con i giusti DLCs e add-on, Railway Empire potrebbe tranquillamente diventare il nuovo Sid Meierโ€™s Railroads!.

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