Gli ultimi giorni sono stati davvero di fuoco per The Order: 1886.
Il titolo di Ready At Dawn è stato centro di un ciclone di polemiche, ma finalmente abbiamo terminato il gioco e siamo pronti a darvi il nostro parere personale. Prima di tutto, però, togliendoci subito il dente. The Order: 1886 merita di essere giocato? Sì. È un gioco da comprare al lancio? No. E adesso vi spiego subito il perché.
Iniziamo quindi con i motivi per cui siamo comunque di fronte a un titolo da provare assolutamente, e che rendono The Order: 1886 decisamente interessante. La motivazione più ovvia è quella che salta subito all’occhio… letteralmente. Sto parlando naturalmente del comparto tecnico, e sotto questo punto di vista il gioco può essere descritto con una sola parola: mostruoso. In senso positivo, ovviamente.
Il livello di dettagli e realismo dei personaggi, ambientazioni e oggetti è veramente altissimo, e senza ombra di dubbio si tratta del gioco più visivamente impressionante visto su PlayStation 4. Certo, su Xbox One c’è un certo Ryse: Son Of Rome che già oltre un anno fa vantava un comparto tecnico molto simile e che (non a caso) ha ricevuto le stesse critiche di The Order: 1886, ma questo è un altro discorso… Torniamo quindi a noi, perché fidatevi se vi dico che rimarrete a bocca aperta quando vedrete i primi filmati di gioco credendo che siano computer grafica, salvo poi accorgervi che, quando la telecamera passa alle vostre spalle e prendete il controllo di Sir Galahad, non sarà cambiato nulla, tanto che vi chiederete perché il vostro personaggio rimane immobile durante il filmato senza che vi siate accorti del passaggio da cut-scene a gameplay.
L’unica “critica” che si potrebbe fare a Ready At Dawn potrebbe essere quella di aver usato le classiche bande nere che restringono l’immagine… la scusa usata dagli sviluppatori è quella di voler rendere così l’esperienza molto più cinematografica (ed è effettivamente vero), tuttavia non posso nascondere il sospetto che questo abbia aiutato enormemente nel raggiungere un livello di dettaglio così alto.
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Anche il frame rate (sempre con la giustificazione dell’esperienza cinematografica) è stato fissato a 30 fps invece dei 60 inizialmente previsti, e anche qui il dubbio che in realtà non si sia riusciti a raggiungere quella fluidità mantenendo la grafica così alta è sempre presente, ma concediamo il beneficio del dubbio e pensiamo invece a goderci il risultato finale, che è comunque stupefacente.
Ciò che rende affascinante The Order:1886 è inoltre il suo stile artistico: da amante dello steampunk non potevo non apprezzare il design dei protagonisti, delle armi e soprattutto della stessa Londra vittoriana, stile che tra l’altro ben si intreccia con la trama e la presenza di personaggi storici come il Marchese de Lafayette e Nikola Tesla, l’inventore di tutti i nostri gadget tecnologici.
La storia ci vede nei panni di Sir Galahad, membro dell’Ordine dei Cavalieri di Sua Maestà, un’organizzazione fondata dal leggendario Re Artù per combattere la minaccia dei Mezzosangue, uomini con mutazioni genetiche in grado di trasformarsi in licantropi. Per combattere questa minaccia i membri dell’Ordine assumono l’Acqua Nera, una particolare sostanza in grado sia di rigenerare le ferite sia di rallentare di molto il processo di invecchiamento, permettendo così di combattere ad armi pari contro i Mezzosangue e vivere per secoli.
Naturalmente questo è solo l’incipit narrativo, e ben presto la storia rivelerà le sue carte con una trama affascinante e interessante, con una lore che lascia alcuni spazi aperti da approfondire con gli inevitabili sequel.
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[su_quote]Gli scontri a fuoco sono tutti piuttosto appassionanti, ma mai veramente appaganti e memorabili.[/su_quote]
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Purtroppo però, nonostante come già detto abbia apprezzato la storia, non sono riuscito a sentirmi mai davvero coinvolto dalle vicende di Galahand, e ad eccezione di alcuni colpi di scena penso che lo storytelling possa (e debba) essere ancora migliorato. Se dovessi fare un paragone, azzarderei con Assassin’s Creed: l’ambientazione storica e la presenza di personaggi realmente esistiti di certo crea un’atmosfera unica e affascinante, ma che al tempo stesso paradossalmente toglie “credibilità” ai protagonisti fittizi, rendendosi troppo “finti” e quindi meno credibili e in grado di trasmettere emozioni.
Anche a livello di gameplay avrei qualcosa da ridire. Non è mai stato un mistero che The Order: 1886 sarebbe dovuto essere il “GOW Killer”, ossia il gioco che avrebbe detronizzato Gears of War come punto di riferimento per gli sparatutto in terza persona… ma a conti fatti, non ci si avvicina nemmeno lontanamente. In particolare, il feeling delle armi classiche come pistole e fucili non mi ha convinto, con rinculi e potenza d’impatto sui corpi troppo deboli. Discorso diverso invece per le armi speciali, che invece riescono a rendere gli scontri a fuoco molto più interessanti: ho apprezzato specialmente il Fucile Termite, grazie al quale si può sparare una nube di “pulviscolo incendiario” che, una volta colpito con un apposito proiettile, esplode bruciando tutti i nemici presenti nella nube. Gli scontri quindi sono tutti piuttosto appassionanti al punto giusto ma mai veramente appaganti e memorabili, per cui se speravate di trovare davvero il gioco in grado di competere con Gears of War rimarrete delusi.
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Arriviamo quindi ad uno dei punti più critici. Il maggiore difetto da imputare a The Order: 1886 infatti riguarda la sua quantità di contenuti: personalmente sono arrivato ai titoli di coda in circa 7 ore giocando a livello di difficoltà normale e dedicandomi anche alla raccolta di alcuni oggetti sparsi per i livelli, e di queste 2/3 ore sono state di filmati. Capite quindi bene che spendere 70 euro per un gioco che può essere portato a termine in una giornata e non offre nessuno spunto per essere rigiocato e senza alcun comparto multiplayer non sia proprio consigliabile.
Badate bene, ci tengo a specificare che non vi sto dicendo di lasciare The Order: 1886 sugli scaffali, anzi… si tratta di un’esperienza assolutamente da provare, poiché è in grado di dimostrare finalmente cosa è in grado di fare l’hardware di PlayStation 4, oltre ad offrire comunque una storia affascinante e uno stile artistico che raramente si vedono su console. È veramente un peccato quindi che il gioco duri così poco, tanto che si riesca a malapena ad entrare davvero in empatia con i personaggi, e solo quando ormai si avvicina la fine. Qualche ora in più avrebbe permesso a The Order: 1886 di meritarsi un voto maggiore, ma allo stato attuale delle cose siamo di fronte a un grande sfoggio di potenza grafica che pecca poi su gameplay e longevità.
Spero vivamente che Pessino e il suo team realizzino comunque un seguito, e che abbiano imparato dagli errori di questa “prima esperienza”. Con le dovute accortezze The Order: 1886 poteva davvero essere il capolavoro di questa generazione, ma per ora posso consigliarvi l’acquisto solo quando lo troverete usato a prezzo ridotto.
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