Recensione The Aquatic Adventure of the Last Human [PlayStation 4]

The Aquatic Adventure of the Last Human, titolo indie sviluppato da YCJY, è uscito per la prima volta nel 2016 su Steam, e sta per arrivare anche su PlayStation 4 il 23 di questo mese. Nonostante sia definibile come un action-adventure, l’opera presenta una forte componente metroidvania ed elementi da bullet-hell. Abbiamo provato a lungo il gioco, che è riuscito ad affascinarci con la sua meravigliosa ambientazione e atmosfera malinconica, ma che sotto vari aspetti tecnici, almeno in questa versione, ci ha deluso. Se volete scoprirne di più, non vi resta che leggere la nostra recensione.

Il titolo è ambientato in una Terra post-apocalittica, tuttavia, in The Aquatic Adventure of the Last Human la fine della civiltà umana giunge lentamente, non a causa di bombe atomiche o infezioni zombie, ma per un costante e inesorabile incremento del livello del mare, unito all’esaurimento delle risorse del pianeta. Nell’anno 2971, proprio per tentare di far fronte a questi problemi, un’astronave subacquea viene mandata nello spazio alla ricerca di una nuova casa per la nostra specie. Ma qualcosa va storto, la nave entra in un wormhole, una distorsione dello spazio-tempo, e quando ne esce sulla Terra sono ormai passate migliaia di anni, l’umanità si è estinta, e il mondo è abitato da creature marine di taglia colossale. Dopo l’atterraggio della nave sul pianeta madre, starà a noi pilotarla per scoprire cosa è successo in tutti questi anni, e se davvero siamo l’ultimo umano.

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In The Aquatic Adventure of the Last Human potremo esplorare una futuristica Atlantide, in cui la flora e fauna marina si sono fuse con l’opera dell’uomo.

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Nei primi istanti di gioco si può avere l’impressione di guidare il modellino un sommergibile in un acquario, tuttavia, già raggiunto il primo edificio si riesce a comprendere la scala di ciò che ci circonda. In The Aquatic Adventure of the Last Human possiamo esplorare una futuristica Atlantide, in cui la flora e fauna marina si sono fuse con l’opera dell’uomo. Inoltre, proprio a causa della gradualità di questa catastrofe, mentre nella zona in superficie troveremo le strutture più recenti, man mano che scenderemo nelle profondità abissali incontreremo artefatti sempre più antichi e quindi simili a quelli dei giorni nostri.

Vi ricorda qualcosa?

Durante la nostra avventura si alterneranno fasi di esplorazione e combattimenti contro i boss. Nonostante la presenza di ostacoli pericolosi, l’esplorazione è quasi rilassante, e ci è capitato più volte di soffermarci ad osservare i fondali di gioco, completamente realizzati in una meravigliosa pixel-art. Durante la navigazione potremo trovare dei terminali contenenti messaggi, che ci daranno informazioni sui diversi periodi storici che si sono succeduti dall’inizio degli allagamenti. In alcune zone bisognerà prestare particolare attenzione, poiché ci sarà pochissima luce e la visibilità sarà molto limitata. Spesso ci troveremo a fare backtracking nella mappa, visto che alcune zone sono inaccessibili fino a quando non si ottengono determinati potenziamenti, tuttavia, anche grazie a un sistema di viaggio rapido tra i vari checkpoint della mappa, questo non sarà mai irritante o prolisso. Nel gioco sono presenti anche svariati segreti ben nascosti, spesso contenenti oggetti potenti in grado di modificare notevolmente il gameplay.

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 Molte volte, piuttosto che soddisfazione, quello che abbiamo provato alla vittoria su un boss è stato un senso di liberazione.

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Il ritmo di gioco cambia drasticamente nelle boss fight, che richiedono molta concentrazione e buoni riflessi per essere superate. Purtroppo, però, a volte risultano eccessivamente punitive, visto che alcuni attacchi non sono facilmente prevedibili e spesso e volentieri sarà sufficiente un singolo colpo del nemico per distruggere la nostra imbarcazione. Oltre a questa componente trial and error, un altro particolare molto frustrante degli scontri è che, a volte, i proiettili lanciati dal boss saranno dello stesso colore dello sfondo, rendendoli difficilmente distinguibili da esso. Quando si viene colpiti non si ha a disposizione alcun periodo di invulnerabilità, e la collisione con un colpo del nemico può spingerci verso altri elementi nocivi, provocando gravissimi danni alla nave. Per questo, molte volte, piuttosto che soddisfazione, quello che abbiamo provato alla vittoria su un boss è stato un senso di liberazione. In alcuni casi sarà saggio aspettare un momento successivo per uccidere uno di questi mostri, visto che una volta acquisiti i giusti power-up saranno più semplici da affrontare.

Tra attacchi che uccidono in un colpo e scarsa visibilità certe boss fight saranno davvero frustranti.

La soundtrack del titolo è semplice ma efficace, e riesce a trasmettere perfettamente una sensazione di malinconia e mistero mentre si esplorano le rovine della civiltà umana. Il suo unico problema è che è spesso soggetta a bug, soprattutto durante i combattimenti con i boss, in cui è capitato che si interrompesse o non partisse affatto. In alcuni casi, l’intero sonoro del gioco ha temporaneamente smesso di funzionare, rendendo particolarmente drammatico evitare certi attacchi il cui tempismo di schivata ci viene comunicato appunto tramite il suono. Oltre a questo, sono presenti anche altri piccoli difetti tecnici, tra cui cali di fps nelle aree con più oggetti animati a schermo e poca fluidità nell’apertura e chiusura del menu e nella transizione tra le varie zone.

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I boss sono ben differenziati e richiedono ognuno una strategia diversa per essere sconfitti.

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La durata del titolo si attesta attorno alle 10 ore, di cui ne spenderete buona parte in tentativi contro i boss del gioco. Tuttavia, il prodotto ha una buona rigiocabilità, visto che le battaglie possono essere affrontate in ordine differente. Nonostante i problemi prima citati, i boss sono comunque ben differenziati e richiedono ognuno una strategia diversa per essere sconfitti, non risultando mai ripetitivi. Inoltre, una volta completato il gioco, la boss rush diventerà disponibile, permettendoci di affrontarli tutti in rapida successione. Infine è presente anche la hardcore mode, una modalità estremamente impegnativa in cui la salute della nave non si rigenera.

Gli sfondi in pixel art sono fantastici.

In conclusione, The Aquatic Adventure of the Last Human è davvero un gioco interessante, il cui ritmo di gameplay ricorda quello di Shadow of the Colossus, con delle sezioni esplorative in cui possiamo, letteralmente, immergerci in un mondo pieno di meraviglie e pericoli, e delle boss fight davvero intense in cui il minimo errore può portare alla morte. Il titolo, almeno nella versione per PlayStation 4, presenta diversi problemi tecnici, che possono essere abbastanza irritanti, ma sicuramente non rovinano l’esperienza di gioco. Se siete appassionati di questo tipo di ambientazione e stile grafico, che sicuramente sono i due aspetti che brillano di più del prodotto, l’opera vi farà passare delle ore davvero piacevoli.

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