Come dite? Ci siamo lasciati alle spalle la creatura sviluppata da Turtle Rock Studio? Nossignore. Ci siamo presi il nostro tempo, è vero, ma possiamo affermare di aver provato approfonditamente ogni suo aspetto, e ora siamo pronti a fornirvi una recensione accurata, derivata da una intensiva esperienza di gioco; d’altronde Evolve è un titolo che necessita di essere giocato a lungo, la cui curva di apprendimento può risultare non poco ostica da sostenere anche per i più esperti del genere. La battaglia, possiamo dirlo, inizia ad evolvere davvero solo dopo aver alimentato abbastanza il proprio sistema di progressione, che però è in grado di dipingere un’interessante sfumatura raramente riscontrabile in altri sparatutto.
Evolve fa del multiplayer asimmetrico la sua caratteristica più importante, offrendo due esperienze di gioco radicalmente differenti tra loro; in un futuro distante le cui colonie umane sono sparse per la galassia, pericolose creature aliene minacciano la vita su Shear. Chi sceglierete di essere, i debellatori della minaccia o la minaccia stessa? Vi scoprirete prede, o predatori? La premessa, di per sé, è tra le più brilllanti viste negli ultimi anni. Ci sono quattro cacciatori e un boss da abbattere, e voi potete decidere di prendere le parti di ciascuna delle due fazioni.
Si tratta della naturale evoluzione di Left 4 Dead, e riprende dal capolavoro pubblicato di Valve la stessa necessità di cooperare con i propri compagni di squadra. Quando interpreterete uno dei cacciatori, vi sarà chiaro che questo non è un gioco in cui andrete lontano se non tenete costantemente attivata la voice chat e non pianificate una tattica con i vostri compagni di squadra. I personaggi sono infatti divisi in diverse classi, le cui abilità sono create per essere complementari. Nei suoi momenti migliori, a patto di essere in un team adeguatamente collaborativo, vi sembrerà di far parte di un’orchestra, dove ognuno dei personaggi si spalleggia costantemente, potenziando gli scudi, curando e resuscitando i propri compagni di squadra. Le classi di cacciatori sono quattro: Assalto, Trapper, Medico e Supporto e ognuna di esse ha un ruolo nel grande schema di Evolve; tutti i giocatori sono connessi e utili in un determinato momento dell’avventura, e se qualcuno non farà adeguatamente il suo dovere ne risentirà tutta la squadra. Nell’economia del gioco, va da sé che il trapper ricopra un ruolo di spicco: sarà lui infatti a permettervi di seguire le tracce del mostro fino ad arrivare al suo cospetto. Ogni singolo umano (o robot, in caso di scarsità di alleati) possiede un insieme di abilità che si lega magnificamente con quello di un altro membro del team, come le trappole-arpione di Maggie che consentono a Hank di infliggere seri danni con i suoi missili, o l’anestetico tracciante di Val che permette a Cabot di utilizzare al meglio la sua particolare arma.
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La collaborazione è la sola chiave di vittoria dei cacciatori, ed inizia già dalla schermata dei ruoli; la chat vocale ci permette infatti di comunicare con i nostri alleati per ottimizzare tanto le scelte in selezione quanto le azioni vere e proprie in partita. Una funzione in grado di influenzare l’esperienza di gioco in modo non indifferente, e che se non usata rischia di rendere molto più caotica e dispersiva la missione degli umani, regalando un certo vantaggio al nostro avversario.
Turtle Rock Studios non si è limitata alla creazione di personaggi privi di sostanza; ogni mercenario dell’equipaggio ha un proprio background e si relaziona con gli altri membri del team in modo unico. Certo, non stiamo parlando di una caratterizzazione memorabile, ma ascoltare le parolacce di Hyde, le battute di Bucket, o il forte accento di Makarov durante la caccia al mostro, riesce a strappare un fugace sorriso. Assault, Trapper, Support e Medic sono i quattro ruoli che troveremo disponibili nelle varie modalità; ogni classe ha una propria abilità caratteristica, come l’indispensabile cupola contenitiva dei trapper, mentre ogni personaggio, preso singolarmente, dispone di un set di gadget degni della miglior produzione sci-fi.
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Non è un gioco per lupi solitari, in poche parole. Né tanto meno è un gioco facile: quanto più tempo siete disposti a impiegarvi, quanto più diventerete bravi. Nessuno vi farà sconti, in Evolve, ma la curva d’apprendimento è tanto ripida tanto equa: la ricompensa è lì, pronta per essere presa dal giocatore assiduo e che non si fossilizza nella sua comfort zone e combatte contro i suoi limiti.
Quanto è importante il teamwork se interpretate un cacciatore, tanto il ruolo della bestia è necessariamente solipsista.
Per quanto apprezzi l’esperienza cooperativa, devo dire che prendere il controllo di una mostruosa creatura aliena e sbaragliare i quattro cacciatori che si illudono di essere i predatori, è davvero soddisfacente, ma giocare questo ruolo non è così facile come può sembrare: per fronteggiare la minaccia umana dovremo cibarci della fauna locale, muoverci furtivamente facendo attenzione alle tracce che lasceremo al nostro passaggio (orme, fauna imbizzarrita e via discorrendo), e trovare un posto abbastanza sicuro per poterci Evolvere allo stadio successivo.
Sappiamo che morite dalla voglia di sentir parlare nel dettaglio dei mostri a nostra disposizione. Il Golia è un bestione bipede, massiccio e versatile. Sarà il primo delle tre (eh si, pochine, maledetti DLC) creature aliene ad essere disponibile. È abile nello scalare, ha un pesante alito infuocato ed è in grado di lanciare enormi macigni contro i suoi nemici. Insomma un Godzilla al passo con i tempi, che si accosta molto bene ad uno stile di gioco a tutto tondo. Mantenere le distanze da questa pericolosa creatura non è affatto facile; nei panni del Golia saremo estremamente vulnerabili in partenza, una prematura cattura potrebbe addirittura segnare le sorti dello scontro, ma già dal secondo stadio potremo veramente sbizzarrirci, e diventare a tutti gli effetti i predatori della partita.
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Ottenuta sufficiente esperienza con il gorilla troppo cresciuto, potremo sbloccare la seconda creatura, e sarà proprio il caso di dire… Liberate il Kraken!
Se state pensando anche voi ai giganteschi mostri con tentacoli de La Guerra dei Mondi non siete troppo distanti dalla realtà, ma il Kraken di Evolve è estremamente più disgustoso (o affascinante, dipende dai punti di vista); contrariamente al Golia, questa creatura volante fa del combattimento ravvicinato il suo punto debole, eccellendo dalla distanza grazie ad un pool di abilità legate all’elettricità. Se come me, il vostro mostro ideale è un essere svolazzante che bersaglia da lontano le proprie prede con una vera e propria tempesta di fulmini, allora troverete in questo polipo tutte le soddisfazione che andavate bramando.
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Quando avremo familiarizzato a sufficienza con il nemico numero uno di Muteking, sbloccheremo il terzo mostro, il cui solo nome ne suggerisce la natura subdola e furtiva… lo Spettro.
Nonostante questo alieno sia il più fragile, la sua agilità è senza pari: è capace di teletrasportarsi per brevi distanze, diventare invisibile creando un clone di sé stesso, e di catturare un bersaglio lontano tornando al punto di partenza. Lo Spettro fa del sotterfugio la sua carta vincente.
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Il gioco cambia dal giorno alla notte se scegliete di guidare il mostro, e non soltanto perché la visuale passa dalla prima alla terza persona; in questi frangenti dovrete infatti agire nell’ombra, creando il minimo scalpore possibile e dovrete imparare a sfruttare a vostro vantaggio le peculiarità della mappa. Certo, la vostra potenza ha comunque dei limiti: innanzitutto, alcune abilità non hanno l’impatto che ci si aspetterebbe, e qualche problema di troppo con la telecamera frena in parte il divertimento; questo non vuol dire che la sensazione di controllare un mostro non sia esaltante, non fosse altro per le sue dimensioni. Rispetto ai cacciatori, giustamente, guidare un mostro è un’esperienza più viscerale, e la soddisfazione di divorare altre bestie e crescere traina poderosamente il gameplay. Particolare attenzione che è stata riposta nel sonoro: il realismo uditivo che possiamo percepire quando corriamo da una parte all’altra delle vaste zone di Shaer, o la sensazione che ci trasmette il frastuono del nostro alieno che fa a brandelli il povero cacciatore di turno, è estremamente coinvolgente.
L’evoluzione, come il titolo stesso del gioco ci suggerisce, è indispensabile per la sopravvivenza del mostro. Tener testa ai cacciatori nelle condizioni di partenza è quasi impossibile, meglio utilizzare tattiche diversive e passare allo stadio successivo… Combattere ad armi “pari” è sempre più divertente! Evolvendoci guadagneremo salute, potenza, e ulteriori punti da distribuire tra le 4 abilità a nostra disposizione, differenti per ognuno dei tre mostri disponibili.
Se al secondo stadio possiamo dire di essere ad armi pari contro i 4 umani che ci danno la caccia, Evolvendoci ulteriormente raggiungendo l’ultimo stadio, otterremo un vantaggio davvero non indifferente, che ci permetterà inoltre di accanirci contro il releais, una sorta di nucleo energetico della colonia che, se distrutto, sancirà la nostra vittoria.
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Indubbiamente, la caratteristica che più mi trovo ad apprezzare di Evolve è la sua capacità di essere assuefante; in modalità Caccia i match si trovano rapidamente, le partite si svolgono nel giro di 7, massimo 12 minuti, e, quando terminata, si procede alla successiva con efficacia, sostituendo automaticamente i giocatori che abbandonano la sessione di gioco, addirittura durante il caricamento del match stesso, andando ad ottimizzare drasticamente i tempi di attesa che quasi si annullano. E se un giocatore si disconnette mentre la partita è ancora in corso? Niente paura, l’intelligenza artificiale verrà in nostro soccorso, e no, questa volta non mi riferisco al fidato Bucket. Una volta stabilita la perdita della connessione di un giocatore, l’IA interverrà prontamente, manovrando il personaggio del giocatore che ha appena abbandonato la caccia. Ma non crediate di avere la vittoria in pugno se a disconnettersi è il giocatore che controllava l’alieno: potreste ricevere un’amara sorpresa nel sottovalutare l’ospite artificiale.
Proprio per via della rapidità esecutiva di Caccia, le altre modalità di gioco restano spesso in secondo piano, nonostante anch’esse interessanti a modo proprio; in Nido i cacciatori dovranno trovare e distruggere le uova disseminate per la mappa, in Salvataggio dovremo rianimare e trarre in salvo 5 sopravvissuti prima che il mostro li uccida, mentre in Difesa dovremo difendere un nucleo energetico fino allo scadere del tempo o uccidendo l’alieno. E se vi sentite dei cacciatori solitari, potreste provare Estrazione, una campagna di 5 missioni che comprende tutte le modalità esistenti, e che modificherà i propri contenuti in modo variabile, andando a creare oltre 800 mila combinazioni differenti di gioco. Un buon modo, insomma, per dare al giocatore l’illusione di prendere parte a brevi sessioni di storia all’interno del prodotto, ma che in realtà funge unicamente come accumulatore di livelli, dato che dopo ogni Estrazione terminata verremo premiati con un vasto numero di punti esperienza, necessari per progredire e quindi sbloccare tutti i vari perk per il nostro account.
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Uno dei risultati più ammirevoli raggiunti da Turtle Rock Studios è che le classi sono sì opportunamente bilanciate, ma non riempiendo cacciatori e mostri di gadget o abilità; il potenziale è lì, ma starà sempre a voi saperlo sfruttare fino in fondo. Di conseguenza, il confine tra chi è la preda e chi il predatore sarà sempre sottilissimo; è questo continuo e snervante balletto uno dei meriti indiscussi di Evolve, che ripete continuamente la sua formula ma le variabili sono talmente tante che vi sembrerà sempre di assistere a un nuovo gioco. Come dei mattoncini LEGO, Evolve riusa sempre gli stessi elementi, ma non rischia mai di essere ripetitivo, dal momento che riesce a combinarli in modo sempre diverso.
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Cos’è che impedisce quindi a Evolve di raggiungere un voto più alto? Principalmente, il fatto che molti dei contenuti non sono disponibili fin da un primo momento. Questo vi costringe quindi, di fatto, a un vero e proprio grinding. Le classi dei cacciatori sono dodici, e le potrete sbloccare solo completando un albero delle skill, che si riempie ripetendo ripetutamente alcune azioni. Anche i mostri si raggiungono in un modo analogo: per sbloccare il Kraken e il Wraith dovrete prima raggiungere il livello 1 su tutte le skill di Goliath, il che richiede compiti, per esempio, come lanciare sassi un determinato numero di volte. Considerata la natura immediata e per certi versi “old school” del gioco, il fatto che inciampi in un tipo di difetto così moderno, ossia l’affastellamento di sistemi, è particolarmente deludente. Grindare non è mai divertente, anche perché vi sarà chiesto, tra le altre cose, di compiere azioni che normalmente non compiereste; capiamo l’intenzione che c’è dietro, ossia guidare il giocatore passo per passo, ma all’atto pratico il risultato è un compito da svolgere più che un divertimento. Un altro malcostume tipicamente moderno che affligge Evolve è la quantità, decisamente mostruosa, di DLC. Si parla di oltre 110 euro, e viene il dubbio che qualcosa negli anni sia andato maledettamente storto. Si tratta perlopiù di contenuti cosmetici, è vero, ma è normale che chi ha acquistato il Season Pass si senta un po’ tradito.
La grandezza di Evolve è abbastanza indubbia. Ci sono ancora degli aspetti da rifinire, primo su tutti il grinding, ma l’esperimento di gameplay asimmetrico messo in piedi da Turtle Rock Studios sembra essere una solida piattaforma, destinata a crescere nel corso dei mesi. La dimostrazione che, su una buona intuizione, si può costruire un’architettura complessa e destinata a durare il tempo. Già, il tempo: proprio quello che ci dirà se Evolve sarà in grado di restare a lungo nelle console dei giocatori e i server rimarranno popolati in maniera consistente. Ma, dalla nostra prova, una cosa è certa: questo ragazzaccio ha il “mojo”, per citare Austin Powers. E rischia di sedurvi e non lasciarvi andare via mai più.