Recensione Spellforce 3

I tamburi di guerra risuonano ormai all’orizzonte, il campo di battaglia in cui umani, elfi ed orchi si affronteranno è pronto: Spellforce 3 è finalmente tra noi. Prodotto da THQ Nordic e Grimlore Games, il titolo è caratterizzato dal connubio dei generi RPG ed RTS. L’avvincente campagna, che ci terrà incollati allo schermo per circa 30 ore, è affiancata da una modalità multiplayer, che ci consentirà di vivere le nostre battaglie su degli scenari predefiniti. Le meccaniche di gioco, che sotto certi aspetti richiamano opere puramente RPG tramite l’utilizzo di eroi dotati di poteri, si basano al contempo sul reclutamento e sulla gestione di unità militari sempre più numerose, instaurando una forte componente strategica nel controllo dei propri territori e nel movimento della nostra armata.

Il punto focale è la qualità della storia narrata, per nulla scontata e al contempo curata nei minimi dettagli. Il doppiaggio di ogni singolo personaggio è sublime, consentendo un senso d’immersione irrefrenabile. Lo studio della psicologia dei character e la nostra avventura, che ci porterà a viaggiare tutto il continente, donano a questo titolo una dinamicità incalzante, basata su meccaniche ripetitive sotto certi punti di vista, ma messe da parte dal bisogno d’esplorazione e d’avventura che instaura in noi. L’introduzione al fantastico mondo di Spellforce 3 ci vedrà nelle vesti del generale delle Wolf Guard, Sentenza Noira, e del suo gruppo di soldati scelti, inviati nella regione sospettata d’accogliere le forze ribelli che miravano al potere della Corona. Questa fase  in realtà non è altro che un preambolo narrativo prima della creazione del nostro personaggio e una guida a tutte le feature che qui ci vengono dettagliatamente spiegate. Come spesso ci capiterà, i livelli di gioco sono caratterizzati da territori ampi e tutti da esplorare, con creature fantastiche, a guardia di tesori perduti, o briganti, alla ricerca sangue. In ogni caso una volta giunti in queste zone, seguendo le indicazioni della nostra quest line, ci ritroveremo ben preso a possedere un piccolo insediamento dal quale possiamo richiedere il reclutamento di unità militari, da adoperare nelle fasi di combattimento.

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Discriminato dal resto del gruppo, costretto ad isolarsi per il nome di suo padre che grava come un’ombra su di lui.

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Subito dopo gli eventi della missione introduttiva ci ritroveremo finalmente a ricoprire i panni del nostro personaggio, figlio di Isamo Tahar e famigerato mago alla guida della Resistenza. Rinnegato nostro padre e salvati dal general Noira poco prima della nostra esecuzione, veniamo introdotti nell’esercito reale, nel quale serviremo sino alla nostra prevalsa contro le forze ribelli: ma è qui che le cose degenerano. Discriminato dal resto del gruppo, costretto ad isolarsi per il nome di suo padre che grava come un’ombra su di lui, il nostro character verrà incastrato e imprigionato. Ecco che inizia la nostra avventura: costretti a fuggire per cercare risposte su un morbo magico che sembra mettere a repentaglio le vite in tutto il continente, dovremo unire i popoli che abitano queste terre per seguirci nelle ricerche.

Possiamo scegliere chi avere al nostro fianco in ogni missione.

Ogni mappa di gioco è suddivisa in settori e ognuno di questi include al suo interno risorse, tesori o incontri inaspettati. Tale architettura si ricollega al sistema che non è libero ma subordinato al controllo di un dato settore, determinato dalla costruzione di un avamposto in quest’ultimo. Elemento distintivo per Spellforce 3, quello delle regioni si rivela ben presto essere un sistema lento e frustrante nell’esplorazione e nel controllo della mappa.  Gran parte del tempo viene impiegata nel gestire il flusso di lavoro di ogni singola struttura, così come nel combattere le creature selvatiche o i banditi che hanno insediato tali basi a nostro discapito.
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LLa grande personalizzazione viene però meno quando si parla di estetica che, lasciando davvero pochi template tra cui scegliere, ci dovrà far trovare un compromesso e non una riproduzione fedele alla nostra idea di eroe.

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L’albero delle skill è costituito da 6 diverse competenze: 3 fisiche e 3 magiche. Queste equivalgono alle abilità che i nostri character possono apprendere tramite l’apposito comando nel menu, che possono essere intercambiate tra loro in modo da offrire all’utente un’esperienza soddisfacente. Oltre alla spesa di punti per il potenziamento, sorprende la quantità di armamenti presenti nell’universo di gioco, a volte brillanti nelle loro caratteristiche speciali. La grande personalizzazione viene però meno quando si parla di estetica che, lasciando davvero pochi template tra cui scegliere, ci dovrà far trovare un compromesso e non una riproduzione fedele alla nostra idea di eroe.

La costruzione è gestita su base settoriale.

La modalità multiplayer è accattivante, ma alla lunga mostra le sue lacune, dettate da una corsa agli approvvigionamenti che penalizza fortemente chi cerca un approccio militare troppo intensivo nelle prime fasi di gioco. Anche qui l’esplorazione, e pertanto la gestione degli eroi, diventa predominante nella selezione di un vincitore. Chi riesce a sfruttare al meglio le abilità dei propri personaggi è colui che prevale in qualsiasi scontro, anche se il nemico è militarmente superiore. L’IA delle nostre truppe, forse per semplificare le grandi battaglie, porterà spesso le unità ad attaccare tutto ciò che le circonda in sequenza, rendendo così complicata la gestione delle nostre azioni. Ulteriore fattore di dissenso, rispetto ai classici RTS, è l’impossibilità di controllare i propri lavoratori che, assegnati ad un edificio o a un dato compito, lo eseguiranno sempre e comunque, anche se la città è sotto attacco, impedendoci così di intervenire per limitare le perdite o esplorare i territori limitrofi.

In conclusione, Spellforce 3 è un titolo capace di stregare: la profondità della campagna, accompagnata da un doppiaggio in lingua inglese di altissima qualità, ci immerge in un mondo dark fantasy, in cui guerra e malattia sono i cardini principali. Gli ambienti, minuziosamente lavorati, ci avvolgono, inducendoci a percepire il freddo di una cella tanto quanto la meraviglia di una città secolare riscoperta. Il sistema di combattimento risulta un po’ lento in determinate circostanze, ma l’ibridazione con il genere RTS, già avviata nei precedenti titoli, ha ritrovato una conferma in questo terzo capitolo che, seppur accusi ancora di alcune incertezze, è sicuramente molto accattivante nel riprodurre scontri su larga scala nei quali noi siamo effettivi protagonisti. Le melodie che affiancano le nostre avventure sono altrettanto degne di nota, capaci di emozionare e sorprendere in ogni momento. Armati di tutto punto, e con il nostro esercito pronto alla battaglia, non resta che suonare il corno da guerra e mettersi in gioco.