Mortdecai: la recensione di VMAG

Johnny Depp, mettiamolo subito in chiaro, è senza dubbio un Attore con la A maiuscola: versatile, e in grado di interpretare ed immergersi egregiamente in ogni personaggio.

Detto ciò, bisogna ammettere che da quando vestì i panni del famigerato Capitan Jack Sparrow in La Maledizione della prima Luna, la quale interpretazione, attenzione, ci piacque notevolmente, quelle strambe vesti non le ha più tolte. Basti pensare a La Fabbrica di Cioccolato, Alice in Wonderland,  Dark Shadows e The Lone Ranger, dove giocare a “trova le differenze” diventa particolarmente difficile. Per questo quando fu annunciato che Depp avrebbe vestito i panni di Charlie Mortdecai, aristocratico inglese sull’orlo del lastrico, nella pellicola di David Koepp Mortdecai, il timore era forte: ritrovare il superlativo attore conosciuto ai tempi di Ed Wood e Secret Window sembrava divenire una possibilità sempre più utopica. Nel corso dell’anteprima stampa e in quella sala cinematografica, però, ho avuto modo di ricredermi. Ironico, arguto, bizzarro, e maledettamente divertente: John Christopher sta tornando sulla buona strada, potete scommetterci.

Charlie Mordecai è un’affabile mercante d’arte, grande appassionato di Brandy, e criminale part time. Impegnato in una corsa contro il tempo in giro per il mondo, l’Englishman ha un solo obbiettivo: recuperare un dipinto rubato che si dice contenga il codice per accedere ad un conto bancario in cui è depositato l’oro dei nazisti. Tra pericolosi terroristi, servizi segreti e una moglie super sexy, Charlie e il suo fedele Jock affronteranno rocambolesche avventure sature dello humor made in UK.

Mortdecai è tratto dal primo volume della quadrilogia di Kyril Bonfiglioli, intitolato “Don’t point that thing at me”, e si presenta come una pellicola ben calibrata; un mix di azione, ironia, stile e arte, pregno di battute esilaranti, provocatorie e divertenti, decisamente in linea con il romanzo di Bonfiglioli. La pellicola che uscirà nelle sale il prossimo 19 Febbraio vanterà di un cast di tutto rispetto, composto da Gwyneth Paltrow nella sensuale e intelligente Johanna Mordecai, Ewan McGregor nei panni dell’ispettore Martland, perdutamente innamorato fin dai tempi del college di Johanna, Paul Bettany, servitore e braccio destro di Mortdecai, Olivia Munn, figlia ricca (e ninfomane) del miliardario Krampf interpretato da Jeff Goldlum.

È proprio da Paul Bettany che sono rimasta particolarmente colpita, sorpresa da una performance irriverente a lui poco affine, ma che sembra recitare con estrema nonchalance. Jock Strapp è il classico tuttofare, gettonatissimo tra le signore, dotato di una compostezza e un ottimismo impressionanti. Il suo look è particolarmente interessante, merito del make-up artist Sallie Jaye che lo ha caratterizzato con una vistosa cicatrice e un inusuale occhio di vetro.

Impeccabili anche i costumi della pellicola, opera del (ben due volte) Premio Oscar Ruth Myers, che ha lavorato sugli abiti dei personaggi a tu per tu con il regista Koepp e gli attori:

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Volevamo che il look complessivo degli attori fosse straordinario e cucito, modellato apposta su ogni personaggio; tutti gli abiti dovevano essere unici nel loro genere, e non schiavi della moda.

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Infine, una nota positiva per le musiche realizzate da Marc Ronson e Geoff Zanelli, in grado di donare ulteriore pregio al film; la mia preferita è sicuramente “Johanna”, che chiude la pellicola.